
La Mattarella raddoppia e rilancia con Vittorio Comini e Giovanni Succi
Un vitigno raro del Polesine con un nome allo stesso tempo curioso e… presidenziale, un vitigno generoso ed eclettico che sta riscrivendo la storia ampelografica del rodigino grazie a due viticoltori custodi come Vittorio Comini e Giovanni Succi.

Ma anche un vitigno che oggi diventa bandiera di un’intera comunità impegnata a ridare valore e identità ai prodotti più originali di un territorio tutto da riscoprire.
La viticoltura in Polesine ha origini antiche anche se la sua diffusione assume una certa importanza dopo le bonifiche del 15mo secolo. Le varietà allora coltivate erano per lo più quelle storiche del territorio ed allevate con le tradizionali piantate venete. Un documento storico relativo a quanto coltivato dall’Abbazia di Vangadizza parla di Turchetta, Corbina, Basegana, Groppello, Cremonese, Negretta, Rossiola, Uva d’Oro, Vernazola, Benedina e Mattarella.
Successivamente le inondazioni di Adige e Po condizionarono non poco la viticoltura che dopo l’avvento della Fillossera oltre che ridursi drasticamente si indirizzò verso gli Ibridi Produttori Diretti.
La Mattarella raddoppia e rilancia

Vitigni storici ed Ibridi furono nel dopoguerra progressivamente sostituiti con varietà più produttive, scelta rivelatasi sostanzialmente errata alla luce dei risultati qualitativi e della conseguente ulteriore riduzione delle superfici vitate.
I pochi produttori rimasti, nel 2012, costituirono L’Associazione dei Vini Storici Polesani (A.V.S.P.) su suggerimento di Dante Brancaleon guida dei sommelier rodigini e di Romolo Cacciatori studioso delle tradizioni enogastronomiche.
Tra i produttori i più attivi sono fin dall’inizio Gianni Romani produttore storico della Mattarella e Vittorio Comini viticoltore in via Borgonuovo a Giacciano.

L’attività del gruppo si indirizza subito verso il recupero del patrimonio genetico locale, in particolare la Mattarella e la Benedina, in collaborazione con Veneto Agricoltura e l’Istituto di Conegliano, oggi C.R.E.A.
Un percorso intenso fatto di rilievi, analisi, vinificazioni e degustazioni che portano nel 2021 all’inserimento di queste due varietà al Registro del Ministero.
Un racconto questo confermato con forza nell’incontro organizzato dalla Comunità del cibo Terre di Badia guidata da un intraprendente Luigi Zoppellaro con il titolo: Vangadicia 961 Ambasciatore del Polesine.
Un nome spiega Paolo Aguzoni , Presidente del sodalizio Vangadicense, che nasce insieme all’Abbazia di Vangadizza certificandone nel tempo la sua centralità nello sviluppo economico di questa comunità.
E Vangadicia 961 è il nome del vino ottenuto esclusivamente dalla Mattarella e declinato su suggerimento dell’enologo Francesco Mazzetto sia nella versione ferma che frizzante e metodo classico anche sui lieviti.

La Matterella è risultata una varietà storicamente conosciuta ma coltivata quasi esclusivamente nei comuni di Trecenta e di Giacciano con Baruchella. Anche se l’origine risulta incerta le testimonianze raccolte testimoniano che il dottor Stura, appassionato di viticoltura, ne abbia favorito negli anni venti, la moltiplicazione in comune di Trecenta.
Molto interessante il documento del 1890 presentato da Massimo Gardiman del CREA di Conegliano tratto dal dossier di iscrizione del vitigno al Registro del Ministero che ha personalmente curato in cui si evidenzia che la Mattarella insieme ad un altro vitigno iconico del territorio come la Vernazola spuntavano prezzi del 30 per cento superiori a tutti gli altri vini.

La Mattarella è descritta da Comini come una varietà a bacca bianca di buona produttività, le gemme produttive sono la terza o la quarta, il grappolo è medio con portamento filante degli apici vegetativi. Nei tempi passati era una varietà tardiva, questo la penalizzava per la sanità e la possibilità di terminare, entro l’inverno la fermentazione. Ora con l’innalzamento delle temperature la Mattarella matura meglio e prima, conservando una ricchezza in acidità totale anche di 7 grammi per litro. È un vino che matura nei sei mesi successivi alla produzione, particolarmente indicato nella forma frizzante.
Da abbinare assolutamente al pesce piccolo fritto ed alle carni bianche spiega Michele Manca, miglior Sommelier AIS del Veneto 2022.
Il colore è di un bel giallo paglierino, al naso il fruttato di mela e banana è la sensazione di primo impatto, nel retro-olfatto si avverte una qualche florealità. Al gusto mostra da subito una buona sapidità che si addolcisce in note ammandorlate, caratterizzandone persistenza e piacevolezza.
Vitigni dal passato ma per vini del futuro.
Il viaggio continua
Di Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi, foto Gianmarco Guarise
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AZIENDA AGRICOLA COMINI VITTORIO
Via Borgonuovo, 45020 Giacciano RO
Telefono: 346 220 5921
Azienda Vitivinicola Succi Giovanni
VIA Nazionale, 60, Occhiobello, Rovigo,
telefono 0425/756190 cell. 340/6649608
succigiovanni@gmail.com
https://www.vitivinicolasucci.it/
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