Un occhio sul mondo

Il crollo USA del vino italiano registra -28% in valore nei mesi estivi

I tanto temuti effetti dei dazi al 15% si sono materializzati abbattendo l'export del vino italiano negli USA

Tanto tuonò che piovve e alla fine i tanto temuti effetti dei dazi imposti da Tramp al 15% si sono materializzati in maniera catastrofica per il vino italiano nel mercato a stelle e strisce.

A nulla sono valsi gli sforzi dei produttori italiani che per contrastarne gli affetti avevano operato sulla scontistica ritoccando i listini al ribasso in media del 17%. Il risultato è stato un fragoroso -28% in valore registrato nei mesi di luglio e agosto, come fotografato dall’Osservatorio Uiv (Unione Italiana Vini).

Nel particolare però si osserva come la progressiva caduta dell’export sia iniziata prima dell’entrata in vigore dei dazi che ne hanno poi determinato il crollo finale. Agosto ha segnato il primo mese della nuova tassazione toccando il -30%, ma il momento determinante della caduta è stato registrato a luglio con un -26% (dati Istat).

Sinteticamente si è passati dal +12,5% del primo trimestre ad un calo in valore del -3% relativo all’intero periodo gennaio – agosto. Dati sconcertanti anche in vista delle stime previsionali delle dogane fornite dalla Commissione Ue Dg Taxud che annunciano una ulteriore contrazione per il mese di settembre.

A tal riguardo il presidente di Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi ha dichiarato: “Come previsto i dazi e la debolezza del dollaro hanno inciso sull’andamento del mercato. La situazione che vedeva i consumi statunitensi in calo e, allo stesso tempo, un aumento degli ordini per scorte non poteva mantenersi a lungo, e i dati del bimestre estivo lo confermano.

Le imprese sono ora chiamate a guardare al medio-lungo periodo: da un lato sarà importante migliorare ulteriormente efficienza e managerialità, dall’altro rafforzare la presenza sui mercati esteri, a partire dagli Stati Uniti nella fase di stabilizzazione. In questo contesto sarà rilevante l’intervento delle istituzioni in materia di promozione e internazionalizzazione. Guardiamo quindi con attenzione alla prossima Manovra, che dovrebbe destinare risorse aggiuntive alla promozione del vino attraverso Ice Agenzia”.

Quella che attende l’export italiano è una sfida ardua e forse la più difficile di sempre. Una criticità cha a cascata rischia di investire l’intero comparto vitivinicolo italiano di cui l’export è certamente una colonna portante. Tutti gli attori del settore sono chiamati ad esprimersi in grande sinergia mettendo da parte il proprio interesse capillare in nome di un interesse più grande, collettivo, che abbraccia una moltitudine di professionalità e milioni di lavoratori.

Quello dei dazi però potrebbe rappresentare un’occasione per ristrutturare l’intero sistema, rielaborando vecchie consuetudini e modalità operative per renderlo più fluido e attuale. Chissà che un ostacolo così grande alla fine non si possa trasformare in un’opportunità.

Bruno Fulco

 

 

 

 

 


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