Tribuna

I  grandi vini Doc Colli Berici e Vicenza

I  grandi vini Doc Colli Berici e Vicenza Il Consorzio impegnato a lanciare il Tai Rosso riserva. Il progetto del “campo catalogo” 

I  grandi vini Doc Colli Berici e Vicenza

Il Consorzio impegnato a lanciare il Tai Rosso riserva. Il progetto del “campo catalogo” 

Vigneti che ricamano come pizzi i dolci pendii dei Colli Berici. Terreni vocati alla viticoltura, testimoni di storie legate alle alterne vicende dell’uomo da sempre attento alla tutela ambientale e pronto a valorizzare le bellezze paesaggistiche con testimonianze architettoniche capaci di coinvolgere per la loro eleganza stilistica. 

Siamo nella terra del Palladio, il grande architetto di ville e monumenti che emozionano per l’armonia delle linee e la  grandezza, nel tempo, dello stile. Capolavori architettonici come la Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico,  La Rotonda e villa Ca’ Priuli-Crisanti in valle Liona, solo per fare qualche esempio. Nelle cantine, invece, si valorizzano le uve con il marchio Consorzio Tutela Vini Colli Berici e Vicenza, realtà che raggruppa 28 aziende (26 privati e due cantine cooperative). 

I soci rappresentano il 97 per cento della produzione totale con 1.822.800 bottiglie, di cui 65 per cento rosso (Cabernet Sauvignon 20%,  Tai Rosso e Merlot 11%). I bianchi  occupano il 35 per cento (in testa il Sauvignon 18%, seguito dal Pinot Bianco 13,5%). 

L’export, rappresenta il 25 per cento della produzione, è orientato verso la Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Austria e Repubblica Ceca. 

“Rigoroso -spiega Silvio Dani al suo quarto mandato come presidente del Consorzio – il disciplinare: oltre ad identificare i luoghi dove può essere coltivata la vite, sono anche stabiliti i sesti d’ impianto, i sistemi di potatura adatti a garantire la qualità delle uve”. 

In particolare per la Garganega si ammette l’allevamento a pergola. Molta attenzione anche alla morfologia territoriale. 

La roccia calcarea, le argille rosse ed i terreni basaltici di origine vulcanica, l’altitudine che allontana dalle nebbie, le gelate tardive, la ridotta precipitazione sono gli aspetti ambientali per i vini di carattere e personalità.

 Terra questa di importanti vini rossi: il Cabernet Franc Colli Berici è stato il primo in Italia a vedere riconosciuta la Doc. Fra i primi a fregiarsi della Denominazione anche il Pinot Grigio. 

La natura nel bicchiere

“Una natura che si ritrova nel bicchiere” è la sintesi dello studio sulla zonazione realizzato da Veneto Agricoltura in collaborazione con il Consorzio di Tutela Vini Doc, la Provincia e Camera di Commercio di Vicenza. 

Un interessante ed indispensabile manuale d’uso che aiuta a capire differenze ed identità del territorio. 

Un nome su tutti: il Tai Rosso, vitigno autoctono che riflette la propria unicità delle diverse zone vocate alla sua produzione.

La natura genetica è quella del Cannonau sardo, del Grenache francese e della Garnacha spagnola, ma nei Colli Berici ha trovato una sua specifica identità e tipicità. 

Colore rosso rubino, bouquet ampio con sentori di ciliegia, lampone, viola e spezie in bocca esprime tannini delicati lasciando un elegante retrogusto di mandorle e rosa canina. 

Si sposa bene con due piatti tipici del vicentino: il baccalà e la soppressa. L’uva si presta ad essere vinificata sia per una versione più fresca ed immediata, sia per una più robusta e strutturata. 

“Il Consorzio – dice il presidente Silvio Dani –  è fortemente impegnato, dalla vendemmia 2009, nel progetto di lanciare e valorizzare il Tai Rosso Riserva, tanto che è inserito nel nuovo disciplinare di produzione”. 

Ma il ventaglio dei vini Colli Berici Doc è ampio. Fra i rossi oltre al Cabernet Franc, Sauvignon ci sono il Carmenere, il Merlot, il Pinot Nero. Tra i bianchi: Chardonnay, Garganega, Manzoni Bianco, Pinot Bianco, Pinot Grigio, Sauvignon, Spumante metodo classico e Charmat. Nei Colli Berici operano molte cantine, meglio definirle “aziende segrete”, realtà di pregio come: Punto Zero, In Sordina, Mattiello, Del Rèbene e Vitevis, Cavazza. 

Nel 2024 il Consorzio ha avviato un nuovo progetto di ricerca per la realizzazione di un “campo di catalogo”. 

“L’iniziativa  – spiega il presidente Dani – prevede la creazione di un vigneto sperimentale di 500 metri quadri a Lonigo (Vi) dedicato all’allevamento di una ventina di antiche qualità viticole, tra cui gambugliana, leonicena, pomella, quaiara, rossa burgan, denela e saccola”. 

Oltre a salvaguardare i vitigni ad altissimo rischio di estinzione, il “campo catalogo” vuole offrire un monitoraggio pluriennale per comprendere quali varietà possono resistere, meglio delle altre, alle sfide dei cambiamenti climatici. 

L’iniziativa rientra nella collaborazione con GRASPO (Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione dell’Originalità viticola) con l’obiettivo di dare vita a vini contemporanei, sostenibili capaci di incontrare i gusti dei produttori. Il vigneto del campo catalogo è stato messo a dimora nel febbraio 2025.


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio