I Viaggi di Graspo

Garganega, quando la longevità del vitigno si trasforma nella longevità del vino

Garganega, quando la longevità del vitigno si trasforma nella longevità del vino

Garganega, quando la longevità del vitigno si trasforma nella longevità del vino

Claudio D’Onofrio

A pochi giorni dal debutto a Milo sull’Etna del nuovo format ideato da GRASPO con le degustazioni impossibili dei Patriarchi della Vite, con Soave Seven torna protagonista la Garganega

Di certo La Garganega non può essere definita un vitigno raro, anzi si tratta di uno dei vitigni italiani tra i più conosciuti ed indagati con una miriade di cloni selezionati e vale oggi quasi 10.000 ettari concentrati soprattutto in Veneto, sui colli vulcanici del Soave.

Perchè allora questo interesse di GRASPO per un vitigno così noto e conosciuto?

La risposta sta proprio nel nuovo approccio per conoscere meglio l’origine di tutti i vitigni italiani e i loro relativi pedigree .

In una recente pubblicazione scientifica intitolata “Atlante di parentela delle viti italiane” curato da Claudio D’Onofrio dell’università di Pisa ed altri importanti ricercatori, emerge con forza l’importanza strategica della Garganega nell’articolata evoluzione del germoplasma della vite italiana coltivata.

I risultati dello studio sull’Atlante delle parentele hanno evidenziato infatti che la maggior parte dei vitigni da vino italiani hanno origine da poche varietà geograficamente distribuite in più aree di influenza genetica che possiamo definire i patriarchi.

Queste varietà fondatrici sono appunto la Garganega, lo Strinto porcino e la sua progenie il Sangiovese, Visparola da cui deriva la Vulpea , il Mantonico bianco, l’Aglianico, La Termarina alias Sciaccarello, il Bombino bianco, l’Orsolina, l’Uva Tosca ed il Liseiret o Gouais Blanc se consideriamo anche vitigni che hanno avuto un ruolo importante anche nella viticoltura Europea .

La Garganega risulta da questo studio un vitigno antichissimo, quindi molto longevo, senza genitori noti e quindi considerato un vitigno fondativo, che risalendo la penisola lungo la costa Adriatica ha concorso a generare tantissimi vitigni che hanno scritto la storia della viticoltura italiana. Tra questi il Trebbiano Toscano, la Malvasia di Candia, il Montonico Bianco , la Marzemina Bianca, il Catarratto, la Dorona, l’Albana ed altri tra i quali una curiosa scoperta di GRASPO la Rossa Burgan grazie ad un fortuito incrocio naturale della Garganega con la Cavrara.

Queste informazioni preziose sulla parentela e sulla ricostruzione genealogica, possono essere utilizzate per valorizzare i vitigni autoctoni e promuovere la produzione di vini di qualità, e gli strumenti di genotipizzazione sviluppati possono aumentare l’efficienza della gestione del germoplasma e aiutare a identificare le accessioni duplicate e risolvere problemi di nomi impropri.

E proprio su queste importanti scoperte, GRASPO ( www.graspo.wine) per la prima volta ha voluto proporre un format molto suggestivo, quasi una verticale generazionale con le degustazioni (quasi) impossibili di alcuni dei vitigni fondativi del patrimonio ampelografico italiano confrontati con alcuni dei loro figli, esperienza innovativa, spiazzante e non scontata.

Sulla base di queste importanti premesse GRASPO ha quindi con entusiasmo accolto l’invito di Ermanno Murari, Tiziano Castagnedi e Stefano Alberti, gli instancabili organizzatori di Soave Seven per una valutazione del potenziale di longevità di questo vitigno una volta declinato nel calice.

Scoprire la longevità del vino Soave attraverso le etichette d’annata. È stato questo l’obiettivo delle commissioni di degustazione organizzate dalla Strada del Vino Soave allo Sporting Hotel San Felice di Illasi (Vr). Enologi e giornalisti hanno valutato i campioni messi a disposizione dalle cantine per selezionare i vini che animeranno l’edizione 2025 di Soave Seven e per decretarne la migliore espressione nel tempo.

In degustazione le annate 2018 e precedenti, una esperienza veramente emozionante che le aziende riproporranno a tutti, e questa volta con le etichette scoperte, lunedì 8 settembre dalle ore18,30 alle 22,30 presso il circolo ufficiale di Castelvecchio a Verona nella sezione Soave Seven nell’ambito della più articolata edizione 2025 di SOAVE the elegante is white.

Un’occasione rara anche perché molte delle bottiglie non sono più in commercio. Ad arricchire l’esperienza, il racconto diretto dei produttori ai banchi di degustazione.

«Soave Seven nasce per far apprezzare il vino Soave e svelarne le diverse anime: la particolarità, la longevità e il legame profondo con i suoli calcarei e vulcanici della denominazione – spiega Stefano Alberti, presidente della Strada del Vino Soave –. È un’occasione unica per degustare vini non più reperibili sul mercato, che dimostrano come il Soave sappia reggere il tempo e regalare sorprese inattese. U/n pensiero che condividiamo in toto.

Di Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi

La Strada del vino Soave nasce nel 1999 e conta oggi circa cento soci suddivisi in cantine, Enti e Associazioni, Agriturismi, Ristoranti, Hotel, frantoi e aziende di prodotti tipici locali. Da sempre la Strada del Vino è attiva per coordinare i numerosi soci che fanno parte all’interno di un ideale percorso di circa 50 Km lungo il quale è possibile ammirare il paesaggio, visitare cantine, degustare vino, assaggiare piatti tipici e venire a contatto con l’ospitalità delle persone.

INFORMAZIONI | Soave Seven – Appuntamento Soave

Data: lunedì 8 settembre 2025

Luogo: Circolo Ufficiali – Castelvecchio (Vr)

Orario: dalle 18.30 alle 22.30

Biglietti: Il costo del biglietto, acquistabile solo online, è di 30 euro a persona (25 euro per i sommelier): https://www.shopstradadelvinosoave.com/


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