
Cavazza presenta Cicogna: l’eccellenza dei rossi
Il nuovo logo vuole essere un omaggio alle origini nel segno della continuità
Un nome ed una garanzia che, nel tempo, diventa un valore. La linea Cicogna, fiore all’occhiello dell’azienda vitivinicola Cavazza di Montebello Vicentino, rappresenta il top dei grandi rossi dei Colli Berici. Un omaggio alle origini nel segno della continuità. “La linea Cicogna è il frutto di un progetto di viticoltura volto alla ricerca della qualità e della valorizzazione del terroir dei Colli Berici che va avanti da oltre trent’anni”, spiega Stefano Cavazza, alla guida dell’azienda insieme ai cugini Andrea, Elisa e Mattia.
E aggiunge: “Durante il percorso di rebranding intrapreso negli ultimi anni, abbiamo capito che volevamo dare ancora più risalto all’anima autentica e alla qualità della nostra linea premium, ma senza snaturare quel logo che negli anni è diventato un’icona di Cavazza.
Ecco allora che il nuovo logo riprende e valorizza i tratti originari delle prime etichette realizzate alla fine degli anni ’80, recuperandone le linee e le suggestioni in chiave moderna, diventando un ritorno alle radici capace di unire storia, territorio e visione futura”.
Il nome Cicogna affonda le sue radici nella storia dei Colli Berici e richiama l’antica casata veneziana che scelse queste colline come luogo di villeggiatura e rifugio stagionale. Nei secoli passati, infatti, i nobili veneziani erano soliti possedere dimore tra i rilievi berici, dove trascorrevano i mesi invernali per sfuggire all’umidità e all’aria stagnante della laguna.
La rete di canali che collegava Venezia all’entroterra rendeva questi luoghi facilmente raggiungibili e ne accresceva il fascino, trasformandoli in un rifugio privilegiato, tanto da far nascere l’usanza dello “svernare in collina”. Col tempo, il cognome Cicogna si è così trasformato in toponimo, dando il nome a questa zona di Alonte e lasciando tracce tuttora visibili nelle antiche mappe post-napoleoniche risalenti a oltre due secoli fa.
Cavazza il restyling di Cicogna
Nel 1987 la famiglia Cavazza, già da oltre cinquant’anni interprete autorevole della Garganega a Gambellara, decise di raccogliere l’eredità di questo luogo ricco di storia acquisendo Tenuta Cicogna. Ne intuì da subito il potenziale straordinario dato dai terreni calcarei e da un microclima capace di regalare ai vini struttura, eleganza e longevità.
Qualche anno più tardi, un artista vicentino vicino alla famiglia trasformò quella identità in segno visivo, creando i disegni che avrebbero caratterizzato le prime etichette Cicogna e che oggi ispirano il restyling. Il nuovo logo non è dunque un semplice aggiornamento grafico, ma un segno di continuità, la naturale evoluzione di un racconto che unisce memoria storica, radici territoriali e la volontà di innovare nel segno dell’eccellenza.
A conferma dell’attenzione dedicata alla linea Cicogna, Cavazza ha recentemente presentato un listino interamente riservato alle vecchie annate, frutto di un lungo lavoro di archiviazione, iniziato con la terza generazione e oggi valorizzato dalla quarta. Una scelta inedita che sfida le consuetudini locali e che interpreta l’invecchiamento non come un limite ma come un’opportunità per esaltare il territorio ed i suoi vini, come i Cabernet Cicogna annate 2021, 2020, 2016, 2006, 2003, 1991 ed il Merlot le cui caratteristiche ricche di sentori, emozioni olfattive e al palato sono emerse nel corso della verticale in cantina, guidata da Nino Frasson. Con questa iniziativa l’azienda si posiziona tra le proposte di più alto livello, offrendo ai wine lovers l’occasione di scoprire autentici gioielli enologici che risalgono fino alla fine degli anni ’80.
E proprio in questo periodo che la famiglia Cavazza decide di puntare sui Colli Berici per puntare sui rossi identitari sia da uve autoctone come il Tai Rosso che internazionali come il Merlot o il Cabernet Sauvignon. Sono circa 130 gli ettari per le due denominazioni con una produzione di 600 mila bottiglie, L’azienda gode delle certificazione SQNPI ed è molto attenta preservazione delle biodiversità e sull’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili.
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