
Archeologi ed archeo-enologi
La Valpolicella rara e segreta si rivela

Ricerca, documentazione, rilievi bibliografici, scoperta, custodia, valorizzazione e comunicazione sono percorsi condivisi da archeologi ed ora anche dagli “archeo-enologi “ di G.R.A.S.P.O.
Una giornata straordinaria ricca di incontri, di testimonianze, di speranze condivise attorno e dentro uno dei siti oggi più identitari e suggestivi della Valpolicella.
Siamo in località Villa a Negrar a poche centinaia di metri dal campo di conservazione degli antichi vitigni rari di Verona di Jago della Cantina Sociale di Negrar seguiti, descritti e vinificati da GRASPO.

Ma qui le storie che incontriamo di ricerca salvaguardia e preservazione sono per noi altrettanto suggestive ed intriganti incontrando il sindaco di Negrar Fausto Rossignoli e l’archeologo Gianni De Zuccato che di questo sito conosce tutti i segreti e che con garbo ed emozione ci accompagnano in questa visita molto suggestiva se immaginiamo che per centinaia e centinaia di anni questi splendidi mosaici potrebbero aver visto, da sotto, le radici della Denela, Cabrusina, Dindarella, Pelara , Quaiara e tanti altri vitigni rari della Valpolicella.

“La Villa dei Mosaici, scoperta per la prima volta nel 1885 a Negrar, spiega De Zuccato, è una domus tardoantica di circa 3000 mq che rappresenta un’importante scoperta archeologica.
Dopo una serie di scavi e indagini, la villa è stata riscoperta nel 2019 e successivamente portata alla luce nella sua quasi interezza.
Una villa costruita dopo la metà del IV secolo che compr

endeva una parte residenziale con mosaici e terme, e una produttiva dedicata alla coltivazione della vite e alla produzione di vino.
La villa era probabilmente abitata da un proprietario terriero di una certa importanza, ma non sono state trovate informazioni precise sul proprietario.
I mosaici sono certamente il gioiello della villa, ma purtroppo alcuni sono stati rovinati in modo irreversibile a causa di scavi precedenti.
Tuttavia, grazie a innovative tecniche di restauro, sarà possibile tornare allo splendore di un tempo.
Oltre ai mosaici, sono stati ritrovati altri reperti come monete, fibule e frammenti di vetri da finestra.

Recentemente sono stati stanziati 1,5 milioni di euro per il proseguimento dei lavori di restauro e di valorizzazione della Villa. Il finanziamento sarà utilizzato principalmente per il restauro dei mosaici e delle strutture, e per la realizzazione di un modello 3D della villa.
Il modello 3D sarà un elemento chiave per valorizzare la villa, offrendo esperienze immersive ai visitatori. Nella “Villa dei Mosaici” si coltivava la vite e si produceva vino.
Era la scoperta più attesa: l’ultima campagna di scavo della Villa dei Mosaici a Negrar di Valpolicella, terra da sempre vocata alla viticoltura, ha portato alla luce vinaccioli, legno di vite e una struttura per la pigiatura dell’uva.
“Nello scarico della latrina, che era attigua alla zona termale, sono stati rinvenuti numerosi vinaccioli, studiati dal professor Marco Marchesini. I semi provenivano sia da viti coltivate che da viti selvatiche”. Ciò significa che nella villa si consumava sicuramente l’uva.
“Ma nel praefurnium, la caldaia delle terme serviva a riscaldare l’aria che passava sotto i pavimenti – continua De Zuccato -, tra il legno bruciato recuperato c’era legno di vite e di olmo, usati anticamente per ‘sposare la vite”.
Quindi in questa zona si coltivava anche la vite nel IV secolo d.C. “Ultima ma non meno importante – conclude il Archeologo ABAP – è che gli studi hanno accertato che l’area produttiva della villa era un luogo destinato alla pigiatura dell’uva e alla raccolta del mosto.
Archeologi Quindi non ci sono più dubbi sulla produzione del vino in questa villa romana.
“Il mosaico romano nasce come composizione artistica e figurativa ottenuta utilizzando frammenti di materiali diversi, chiamati tessere, per formare immagini o disegni decorativi.
Le piastrelle potevano essere di basalto, travertino, marmi di diversi colori, diaspri vari, paste vitree o conchiglie.
Veniva utilizzato soprattutto per i pavimenti, resistenti e facili da pulire, ma successivamente venne utilizzato anche su pareti, talvolta di dimensioni più ridotte, incorniciate come un dipinto murale più esteso.
Le tessere potevano essere di varie dimensioni e spessore, quanto più piccole erano tanto più preciso era il disegno, soprattutto nei mosaici policromi.
Naturalmente più le tessere erano piccole più il mosaico era costoso, che quindi veniva utilizzato solo in case di lusso, mentre le tessere più grandi venivano usate in giardini, negozi o case meno lussuose, ma non certo così povere da non poterselo permettere decorazioni.

La scoperta della Villa dei Mosaici è di grande importanza non solo per Negrar, precisa il sindaco Rossignoli, ma per la comprensione della storia del territorio e della cultura romana.
La villa rappresenta un esempio di come la passione e la curiosità possano portare a scoperte archeologiche di grande rilievo. La Villa Romana di Negrar è un’importante scoperta archeologica che rappresenta un’opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e storico del territorio.
Con il progetto di valorizzazione e la realizzazione di un modello 3D, la villa potrà diventare un’attrazione turistica di grande rilievo, portando benefici economici e culturali alla comunità locale grazie anche al supporto e alla collaborazione di due aziende vitivinicole di Negrar come l’azienda la Villa di Benedetti Matteo e Simone che hanno raccolto il testimone da Adriano www.benedettilavilla.it e l’azienda Franchini agricola www.franchinivini.com.
Una comunità locale che ha manifestato da subito un forte interesse per questa importante ri-scoperta racconta con emozione Martina Benedetti dell’azienda La Villa che fa vini intensamente legati alla Valpolicella Classica proprio a due passi del sito archeologico.
“ La nostra famiglia, spiega Martina, si tramanda questa passione per il vino da generazioni e se prima eravamo solo i custodi della tradizione vitivinicola della Valpolicella Classica oggi è con grande emozione che possiamo ritenerci anche custodi di questi antichi tesori che raccontano nascondendosi quasi sotto i nostri vigneti la nostra storia e la nostra identità.
Storia ed emozioni che cerchiamo di trasmettere dentro calici del nostro Valpolicella, del Ripasso e dell’Amarone”.
Archeologi
Storie e riscoperte della Valpolicella ritenuta perduta che richiamano quanto fatto da GRASPO proprio nel suo ultimo libro dedicato ai Vitigni rari di Verona.
Il viaggio continua
Di Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi
foto Gianmarco Guarise
Ci trovate su:
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Azienda Agricola Benedetti “LaVilla” di Matteo e Simone s.s
Via Villa, 2, 37024 Negrar di Valpolicella VR
Telefono: 045 750 0949
https://www.benedettilavilla.it
Email: vini.benedettilavilla@benedettilavilla.it
FRANCHINI AGRICOLA
Località Forlago, 1, 37024 Negrar di Valpolicella VR
Telefono: 338 194 3700
Email: office@franchinivini.com
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