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Ancora no all’olio tunisino in Europa senza dazi

Si è appena conclusa la decima edizione di Olio Capitale, il Salone internazionale degli oli extra vergini tipici e di qualità organizzato da Aries – Camera di Commercio di Trieste, dove si sono esaltate le proprietà e la genuinità dell’olio fatto come Dio comanda, che ci si trova bombardati da notizie sull’immissione di olio tunisino senza balzelli doganali sul mercato dei paesi dell’Unione europea e pertanto anche nel nostro, per la sua quota.

Abbiamo già scritto sull’argomento in data 4 marzo. Sono in tutto 70 mila tonnellate di olio tunisino (non è chiaro di quale qualità), da assorbire in due anni, dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, e nel contempo comprendiamo che la manovra fa seguito ad un già precedente accordo tra la UE la Tunisia, risalente a luglio dello scorso anno e riguardava un contingente pari a 56.700 tonnellate sempre senza dazio.
Chissà perché passato sotto silenzio.
Inoltre, se ci dicono “da assorbire” significa che il mercato verrà invaso e ‘obbligatoriamente’ i consumatori dovranno acquistare quest’olio tunisino, convogliato come merce da smaltire.

Le posizioni di contrarietà, anche per il timore di contraffazioni, sono ribadite da molteplici categorie del settore, inclusa la Coldiretti.
Oggi abbiamo ricevuto un comunicato stampa sulla presa di posizione del presidente della Camera di Commercio di Trieste, Antonio Paoletti, che organizza Olio Capitale, e lo pubblichiamo.

paoletti-200x300«L’olio extravergine d’oliva italiano va tutelato. Il Parlamento Europeo approva una norma sbagliata e dannosa per la nostra economia. Incrementare di 35 mila tonnellate l’anno l’ingresso di olio dalla Tunisia senza pagare dazi, metterà in ginocchio molti produttori italiani, aumentando in maniera considerevole il rischio di  frodi ai consumatori. L’olio di qualità italiano esce danneggiato da questa scelta e, con esso, l’immagine del nostro Paese. A cosa serve investire per ottenere costose denominazioni di origine del prodotto che ne qualificano la qualità e l’autenticità produttiva? Che senso ha portare avanti progetti di educazione al consumo dell’olio per scegliere consapevolmente prodotti di buona qualità offerti da piccole produzioni i cui costi fissi e le tasse non consentiranno di essere in nessun modo concorrenziali con l’olio tunisino importato senza accise? Sembra tutto un controsenso perché proprio la decisione di introdurre grandi quantità di olio tunisino a tassazione zero è sicuramente nociva in particolare per i coltivatori che puntano a sviluppare un prodotto di qualità. Va anche detto e rilevato che molti di questi piccoli coltivatori sono ancora in sofferenza dopo il tragico andamento del raccolto 2014».

Maura Sacher

PS: l’immagine di testa è presa dal web.


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