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La Storia della Seconda Edizione del Salone del Pane

La Storia della Seconda Edizione del Salone del Pane Il Cuore Caldo del Palaexpo Moncalieri, sabato 8 e domenica 9 novembre

La Storia della Seconda Edizione del Salone del Pane

 

A Moncalieri, tra il borgo storico e le rive del Po, l’aria di novembre si fece improvvisamente densa di un profumo caldo e inconfondibile: l’odore della farina, del lievito che lavora, del pane appena sfornato. Era il richiamo della Seconda Edizione del Salone del Pane, un evento che non era solo una fiera, ma un vero e proprio omaggio all’alimento che ha nutrito le civiltà fin dai primordi.

Nel grande spazio del Palaexpo, per due giorni — l’8 e il 9 novembre — prese vita un piccolo universo. Circa trenta artigiani del gusto, panificatori d’eccellenza, Maestri del Gusto e visionarie aziende agricole, si riunirono sotto lo stesso tetto. Erano lì per celebrare la filiera piemontese, quella corta e sostenibile, e per mostrare come la tradizione potesse incontrare l’innovazione.

Un Viaggio tra i Sapori e le Storie

Il Salone era un viaggio sensoriale: si potevano toccare con mano le pagnotte rustiche, annusare la fragranza dei grissini torinesi, ammirare la sfoglia dorata della viennoiserie e scoprire le nuove frontiere della panificazione. Non mancavano i pionieri, quelli che non temevano di stupire: si parlava di farine innovative, come la farina di grillo portata da audaci startup, o di prodotti a basso contenuto di carboidrati.

Tra gli stand, nomi noti come Perino Vesco e Sesto Gusto si affiancavano a realtà con una missione sociale, come la cooperativa Panacea Social Farm che usava grano di Stupinigi. E affinché l’esperienza fosse completa, miele, formaggi di Borgiattino e salumi del Salumificio del Castello offrivano l’occasione perfetta per assaggi “a regola d’arte”.

Imparare e Condividere: L’Arte Bianca non è un Segreto

Ma il Salone non era un semplice mercato. Era un laboratorio a cielo aperto. I bambini, con le mani immerse nella farina, imparavano a decorare biscotti, mentre gli adulti svelavano i segreti della panificazione con Ilario Righetto.

Nello spazio dei talk, il futuro si mescolava al passato. Esperti discutevano di come l’intelligenza artificiale potesse entrare nei forni, di come il design stesse rivoluzionando le vecchie botteghe, e naturalmente, di pizza! Un intero incontro era dedicato ai suoi “futuri scenari”, seguito da un entusiasmante Live Cooking con il profumo del forno a legna.

Il Salone del Pane, insomma, non celebrava solo un prodotto, ma un’intera cultura. Come disse il sindaco, era un modo per Moncalieri di celebrare “un immenso patrimonio fatto di gesti antichi e di innovazione, che racconta la capacità di un territorio di rinnovarsi restando fedele alle proprie radici”.


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Redazione

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