I Viaggi di Graspo

Giovanni Succi e la presidenziale Mattarella

Giovanni Succi e la presidenziale Mattarella Da Cenerentola a Principessa del Polesine, la storia della Mattarella raccontata da Giovanni Succi

Giovanni Succi e la presidenziale Mattarella

Da Cenerentola a Principessa del Polesine, la storia della Mattarella raccontata da Giovanni Succi

da sx Daniele Dal Cerè, Giovanni Succi e Aldo Lorenzoni

In un interessante documento del 1890 ritrovato da Massimo Gardiman del CREA di Conegliano ed inserito nel dossier di iscrizione del vitigno Mattarella al Registro del Ministero si evidenzia che la Mattarella insieme ad un’altro vitigno iconico del territorio come la Vernazola spuntavano a quel tempo sull’ambito mercato di Montagnana prezzi del 30 per cento superiori a tutti gli altri vini.

Una Top di classe quindi con una storia di nobiltà e di riconoscimenti poi travolta nel tempo dagli eventi e condannata come Cenerentola ad essere dimenticata per tanti anni.

da sx Daniele Dal Cerè, Giovanni Succi e Aldo Lorenzoni. jpg

Siamo in Polesine dove la viticoltura ha anche qui origini antiche anche se la sua diffusione assume una certa importanza dopo le bonifiche del 15mo secolo. Le varietà allora coltivate erano per lo più quelle storiche del territorio ed allevate con le tradizionali piantate venete. Un documento storico relativo a quanto coltivato dall’Abbazia di Vangadizza parla di Turchetta, Corbina, Basegana, Groppello, Cremonese, Negretta, Rossiola, Uva d’Oro, Vernazola, Benedina e appunto Mattarella.

Successivamente le inondazioni di Adige e Po condizionarono non poco la viticoltura che dopo l’avvento della Fillossera oltre che ridursi drasticamente si indirizzò verso gli Ibridi Produttori Diretti.

Vitigni storici ed Ibridi furono nel dopoguerra progressivamente sostituiti con varietà più produttive, scelta rivelatasi sostanzialmente errata alla luce dei risultati qualitativi e della conseguente ulteriore riduzione delle superfici vitate.

La presidenziale Mattarella

 

Giovanni Succi sulla dx con il gruppo di Graspo

La Mattarella è quindi un vitigno raro del Polesine quindi con un nome allo stesso tempo curioso e… presidenziale, in parte riferito al suo stravagante carattere di adattarsi a situazioni e stagioni ed oggi un vitigno generoso ed eclettico che sta riscrivendo la storia ampelografica del rodigino grazie a pochi viticoltori custodi come Giovanni Succi e sua moglie Carrie Bedoni.

Ma anche un vitigno che oggi può diventare la bandiera di un’intera comunità impegnata a ridare valore e identità ai prodotti più originali di un territorio tutto da ri-scoprire.

 “La nostra è una piccola azienda polesana a conduzione familiare, spiega Giovanni Succi, ci troviamo lungo le meravigliose rive del Po a S. Maria Maddalena, dove l’azienda e la cantina sono circondate dai vigneti di famiglia. 

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I vigneti

n tempo l’arte vitivinicola era per noi un hobby avvincente, ma con il tempo, grazie alla natura dei terreni e alla passione di chi lavora su questo fazzoletto di terra, è diventata il nostro lavoro. Dopo più di venticinque anni di vendemmie, possiamo dire di aver ottenuto una gamma di vini apprezzati per la loro genuinità, il loro equilibrio e la loro tipicità.

La nostra azienda nasce grazie a mio padre Adriano, che nel 1994 andò in pensione decidendo di comprare un piccolo appezzamento di terra da lavorare, sul quale era piantato un minuscolo vigneto, vecchio ma ancora capace di produrre uva almeno per la famiglia. Io avevo appena 11 anni ma mi appassionai subito alla viticoltura, aiutando mio padre nel vigneto e imparando a guidare un vecchio trattore. 

Più le stagioni passavano più la mia passione cresceva, a tal punto che, nonostante gli studi universitari ,ho deciso che la viticoltura sarebbe diventata il mio lavoro e la mia vita. Nel frattempo è nata l’azienda vinicola: il vino non lo si produceva più solo per noi ma per le tante altre famiglie che ci conoscevano ed apprezzavano. 

Mio padre nel 2010  mi lasciò la gestione dell’azienda.  

Giovanni nel suo vigneto di Mattarella

Presi in affitto alcuni appezzamenti di terreno, mentre altri li comprai. Accanto alle vecchie vigne, ne   ho piantate altre che potevano adattarsi bene nel nostro territorio. E’ così che, se oggi si percorre la strada tra Santa Maria Maddalena e Garofolo, è possibile vedere in più tratti lunghi filari di viti, che dalla statale arrivano fino all’argine del Po.

Qui io e mio padre stiamo cercando di far rinascere quella tradizione per la viticoltura persa la tragica alluvione del Polesine. 

Nella nostra azienda la passione ha portato all’impianto non solo di vitigni noti internazionalmente come Refosco, Cabernet, Merlot, Malvasia, Tocai, Pinot Grigio ma anche di antiche varietà, come la Turchetta e la Mattarella, che valeva la pena riscoprire e valorizzare quei vini  unici che regalano.

Giovanni con i suoi vini

Non è il nostro territorio che non produce vino buono. E’ che si è persa la cultura del vino e la conoscenza. Ci vuole passione, ma anche tanta pazienza, tanto tempo e tanto lavoro per ottenere un buon prodotto”.

Ed in cantina Mattarella e Turchetta conquistano la nostra attenzione.

Accompagnati anche da Adriano e Carrie sembrano veramente due diverse anime dello stesso territorio.

Un bianco corposo ed intrigante che sorprende, ormai quasi principesco ed un rosso deciso che ha bisogno di tempo ed attenzioni .. come tutti i grandi vini.

Mattarella e Turchetta, anche qui vitigni dal passato per le aziende che guardano al futuro.

Il viaggio continua.

Di Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzi, foto di Gianmarco Guarise

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Azienda agricola Vitivinicola Succi

Via Nazionale, 60, 45030

Santa Maria Maddalena RO

succigiovanni@gmail.com

tel – 340 6649608

https://www.vitivinicolasucci.it


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