I Viaggi di Graspo

Quando i vini del Barbarossa si vestono di Biodiversità

Quando i vini del Barbarossa si vestono di Biodiversità   Acquapendente ed il borgo di Trevinano protagonisti

Quando i vini del Barbarossa si vestono di Biodiversità

 

I vini del Barbarossa

Acquapendente ed il borgo di Trevinano protagonisti per due giorni di un nuovo ed originale progetto di recupero dell’Uva Greca Puntinata.

Alberto Caprasecca

 Se il passaggio del Barbarossa ad Acquapendente è rimasto nella leggenda locale e viene ancora oggi ricordato nella Festa dei Pugnaloni che si svolge la terza domenica di ogni maggio e rappresenta il forte legame di questa comunità con la sua Storia, i Vini del Barbarossa, originale iniziativa culturale ed eno -gastronomica è un percorso simbolico per rivivere in maniera nuova gli avvenimenti salienti della storia legata alle varie spedizioni in Italia dell’Hohenstaufen. 

Il vino qui diventa il legame con la storia e tra le popolazioni che hanno condiviso, nel bene e nel male, un contatto con l’imperatore.

Graspo e le sue degustazioni impossibili

Ne risulta una mappa ricca di emergenze artistiche, di leggende sedimentate nella memoria, di episodi scritti sul territorio e soprattutto di realtà viticole di qualità (oltre quaranta) sintetizzate in un banco d’assaggio e raccontate durante le degustazioni guidate.

Una occasione unica per condividere con tutti i protagonisti del territorio il progetto di recupero e conservazione dell’Uva Greca Puntinata un vitigno storico di questo territorio.

L’Uva Greco Puntinata in versione spumante

Se sono tante le storie Incontrate in tutta Italia di vitigni rari a rischio di estinzione che si intrecciano con un viticoltore appassionato che ne diventa custode salvandolo dall’oblio e condividendo  poi  con tutti i produttori del territorio il risultato di questa opera di preservazione diventa ancora più virtuoso in questo progetto di recupero messo in atto contemporaneamente dal Comune di Acquapendente in Provincia di Viterbo, dall’A.R.S.I.A.L., dal Ministero della Cultura, Alicenova cooperativa sociale e dalle Fattorie Solidali Cooperative, da S’Osteria 38, dalla Riserva Naturale di Monte Rufeno, dai vivaisti locali e da tanti piccoli viticoltori custodi.

Un percorso di ricerca e condivisione che ha visto in Alvio Fusi il suo primo ispiratore.

la serata

Alvio oggi non c’è più ma ha permesso a GRASPO di potare, curare e vinificare la sua Uva Greca Puntinata, che è ritornata assoluta protagonista sia nella versione ferma che spumantizzata di questa ultima edizione dei Vini del Barbarossa.

Una occasione straordinaria anche per rilanciare il progetto di recupero di questo vitigno coinvolgendo direttamente per la prossima vendemmia tutti i piccoli produttori che ancora conservano nei loro vigneti ancestrali questo antico vitigno.

Carlo Zucchetti il Motore del Gusto in Tuscia ed oltre

Così con la regia di Elisa Calanca e Carlo Zucchetti che coordinano l’iniziativa si sono ritrovati con G.R.A.S.P.O. Andrea Fusi figlio di Alvio, Alberto Caprasecca, Maicco Pifferi, Daniele Ronchini, Gaetano e Massimo Calcagno e Massimo Bedini per programmare le vendemmie e le vinificazioni dell’Uva Greca Puntinata con l’obiettivo non solo di conservare il vitigno ma di delineare una prima mappa vocazionale dei diversi areali di coltivazione dai suoli a matrice vulcanica a quelli più calcarei.

Qualsiasi lavoro di zonazione e caratterizzazione delle produzioni, ha spiegato Aldo Lorenzoni di GRASPO, riveste da sempre un ruolo importante per capire le potenzialità e la vocazionalità di una specifica area viticola. 

Elisa Calanca manager S’Osteria 38

La viticoltura dovrebbe essere vista in funzione dell’obiettivo enologico che si vuole realizzare e quindi particolare importanza riveste il risultato delle vinificazioni delle uve provenienti dai vigneti delle diverse aree della zona di produzione oggetto di indagine.

C’è infatti un fortissimo legame tra i suoli, le pendenze le altitudini con le relative escursioni termiche con il comportamento di ogni vitigno e del relativo vino. 

L’Uva Greca Puntinata, anche alla luce dei primi assaggi, può realmente tornare ad essere un ideale marcatore territoriale trascinando anche le altre produzioni tipiche di questo territorio ha sottolineato Elisa Calanca, catalizzando l’attenzione di consumatori e comunicatori.

 L’obiettivo del progetto è quello di consolidare questo stretto legame di identità, da un lato un vitigno antico ed autoctono, dall’altro un ambiente con un paesaggio pienamente conservato e ancora da proporre nei suoi angoli più caratteristici.

in piedi da sx Aldo Lorenzoni con Carlo Zucchetti il giornalista con il Cappello

Un progetto efficace e mirato che si propone di dimostrare scientificamente come questo vitigno abbia caratteristiche così identitarie da rimanere se stesso anche se declinato nei diversi terroirs in cui oggi è ospitato ha rimarcato Aldo Lorenzoni.

Da questa ricerca ci attendiamo quindi una serie di risultati enologici che dimostrino la perfetta sintonia tra vitigno e ambiente e le reazioni dello stesso ai fattori termici, idrici, pedologici e colturali, un’immagine di prodotto nella quale l’ambiente, l’uomo e il vitigno siano i tre elementi dal cui incontro ne esce un vino unico e irripetibile.

Ci piacerebbe anche dimostrare la duttilità di questo vitigno dalle origini lontanissime che si adatta bene ai vari metodi di vinificazione senza perdere identità e dinamismo e che sta conquistando i palati più curiosi grazie alla sua intrigante originalità e freschezza. 

Allargando poi lo sguardo ad altri vicini areali non meno suggestivi come Gradoli e Montefiascone possiamo anche immaginare una nuova vita per altri vitigni rari come il Dilupercio o Druppeggio, il Romanesco, forse figlioccio del Bellone, il Pedino e l’Uva dei Vecchi che proviene proprio da Montefiascone.

L’Uva Greca Puntinata sta già facendo scuola.

Vitigni dal Passato per i vini del futuro.

Il viaggio continua

 

Di Luigino Bertolazzi, foto di Luca Fabbri

 

Ci trovate su:

Facebook e Instagram, alla voce Associazione Graspo

 


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio