
I racconti della piantata storica di Urbana
25 e 26 giugno Due giorni imperdibili per un confronto a tutto campo sui temi della biodiversità viticola
Mercoledì 25 giugno ore 19.00 Auditorium di Urbana
IL FUTURO SOSPESO, tra vitigni e territorio e tra ricerca e identità
con i saluti iniziali
Michele Danieli – Sindaco Comune di Urbana
Luigino De Togni – Presidente Consorzio Tutela Merlara
Interventi moderati da Aldo Lorenzoni -GRASPO
Riccardo Velasco – Direttore CREA Conegliano – Dove va la ricerca
Viviana Ferrario -Uniiversità IUAV di VENEZIA -Retroinnovazione, imparare dalla Piantata storica di Urbana
Gianmarco Guarise – GRASPO – I segreti della piantata storica di Urbana
Davide Primucci – Comune di Padova – Recuperare il passato per guardare al futuro
Luigino Bertolazzi – GRASPO – la Vernazola, le Vernazole
Degustazione di Vernazola ed altre proposte gastronomiche sotto la piantata storica di Gianmarco Guarise , ingresso da Via Roma di fronte alla chiesa
Giovedì 26 giugno ore 21.00
Spettacolo Teatrale sotto la Piantata ingresso da Via Roma di fronte alla chiesa
con DARIO CARTURAN “De cao ala bina a tea conto”
Storie de ua,de vin e de vita, ricordi ,immagini tradizioni tra ieri e l’oggi guardando al futuro
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Gianmarco Guarise è un fotografo professionista che da sempre cura e custodisce con competenza e passione una ultracentenaria piantata di Vernazola, antichissima varietà di uva locale, in quel di Urbana nel Montagnanese vicino a Padova.
Si tratta di un filare di vecchie vigne, molte ancora a piede franco maritate con dei monumentali ed altrettanto storici salici, un legame questo che tende non solo a dare struttura e sostegno tecnico alle piante ma che nel tempo ne preserva la resilienza e sostanzialmente ne allunga la vita.
Un luogo, come sottolinea Guarise, dove l’uva è protetta dalle malattie perché allevata alta, dalla grandine perché allevata a pergola, dal caldo eccessivo per il particolare microclima che si crea sotto la piantata ed anche dalla fillossera vista l’azione benefica delle radici dei salici.
Un luogo veramente magico che testimonia un fortissimo e suggestivo legame a tre, tra custode, Vernazola l’antica varietà qui coltivata ed i salici.
La piantata veneta, come questa di Urbana, è infatti un’antica sistemazione dello spazio agrario, una coltura promiscua dove si trovano tre coltivazioni: una arbustiva (la vite), una arborea (il tutore vivo della vite, ovvero alberi da pastura, da frutto o da legna) e quella erbacea (cereali, ortaggi o prato stabile).
Più correttamente si potrebbe parlare anche di una sistemazione idraulico‐agraria in quanto spesso, se non sempre, la piantata è accompagnata da opere idrauliche e interpoderali di sistemazione del terreno naturale, opere deputate alla smaltimento delle acque in eccesso e alla mobilità all’interno del podere, realizzate in passato con il lavoro manuale di tante generazioni.
Il paesaggio della piantata, ampiamente diffuso in Veneto fino agli anni 1960‐70 ha visto con l’arrivo delle colture specializzate un rapido declino;
un paesaggio che oggi si può solo immaginare dagli isolati relitti dispersi nelle campagne della regione, molto spesso in stato di abbandono e solo di rado miracolosamente conservati grazie al lavoro, o forse alla nostalgia, di sparuti agricoltori come Gianmarco Guarise.
Ma di tutto questo oggi rimane per fortuna qualche clamorosa testimonianza sopravvissuta alle pesanti trasformazioni urbanistiche o ai rinnovi, spesso mono colturali, che hanno investito come un fiume in piena il Veneto negli ultimi decenni.
Si tratta di elementi residui ma fondamentali, di un paesaggio rurale storico, di un’antica pratica agricola, che non esauriscono il loro valore nell’aspetto documentario, ma hanno importanti risvolti anche sulla funzionalità eco-sistemica del mosaico paesistico anche odierno, veri testimoni di una poli funzionalità agricola che stiamo perdendo.
Appare quindi quanto mai necessaria una riflessione sulla necessità di conservare e valorizzare queste pratiche agricole, e queste piantate, che sono state gli elementi generatori dei paesaggi agrari veneti più importanti ed evocativi non solo per motivazioni di carattere storico‐culturale, ambientale e turistico, ma anche per motivazioni di carattere agricolo ed economico.
Sono sempre più frequenti infatti i produttori che colgono in questa pratica un elemento che può essere distintivo e caratterizzante per tante piccole aziende agricole.
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