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Il grano per fare la pasta non è tutto italiano

Il grano per fare la pasta non è tutto italiano

Il grano per fare la pasta non è tutto italiano

La guerra in corso tra Federazione Russa e Ucraina ha portato alla luce molte situazioni celate e volutamente ignorate a causa delle opportunità politiche e affaristiche. 

In questi giorni sono finalmente riprese le esportazioni di grano e cereali e una nave è arrivata in Italia al porto di Ravenna. 

Il conflitto ha evidenziato curiosità e sotterfugi messi in atto da molte aziende e praticati da svariati decenni. 

Purtroppo è risaputo che davanti al profitto nessuno si fa mai da parte. Alcune noti pastifici sbandierano sulle proprie confezioni la provenienza al 100 % da grano italiano. 

Peccato che a Odessa siano stati fotografati contenitori con cartelli che mostrano chiaramente a chi fosse destinato il grano. 

E così alcune aziende sono state scherzosamente rinominate con appellativi che richiamano nomi russofoni: DeCecckov, Divelskaya, Vojelloskij. 

In questi giorni proprio la De Cecco è nel mirino della procura della repubblica di Chieti. 

Il presidente del colosso pastario e i direttori acquisti e qualità andranno a processo con l’accusa di aver tramutato grano francese in grano pugliese. 

I tre manager del gruppo di Fara San Martino sono stati citati in merito ad alcuni lotti di grani francesi indicati come pugliesi e a partite di semola anonime. 

Nel Dicembre del 2019 il gruppo De Cecco era impegnato assieme ad altri grossi pastifici in una trattativa con l’Autorità Garante della Concorrenza. 

Venivano contestate alle aziende le indicazioni di italianità dei grani rispetto alle vere origini. 

I pastifici  accettarono di rimuovere le attestazioni che furono sostituite con la dicitura “I migliori grani italiani, californiani e dell’Arizona”. 

Secondo la procura mentre veniva applicato l’accordo con l’Autorità Garante della Concorrenza la De Cecco acquistava dalla azienda francese Cavac 4575 tonnellate di grano francese.

 Il carico arriva nel porto di Ortona a metà Febbraio 2020. 

Prima di arrivare a Ortona il grano cambia  origine e magicamente da francese diventa pugliese secondo le carte in mano agli inquirenti. 

Veniva meno quindi secondo la procura la dovuta trasparenza nei confronti dei clienti e dei consumatori. 

Il gruppo De Cecco replica che impiega solo semola prodotta in sede e grani italiani. 

I NAS dei carabinieri, Assoconsum e un ex dirigente del gruppo non sono dello stesso avviso e hanno perciò presentato denunce e contestazioni giudiziarie che sono state recepite dalla procura di Chieti. 

La prima udienza si terrà presso il tribunale teatino il 3 Maggio 2023. 

Ennesima dimostrazione di quanto sia davvero importante e fondamentale una attenta lettura delle etichette al momento dell’acquisto.


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Redazione

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