Opinioni Storie e Fatti

Referendum e amministrative, incrociamo le dita

Tra una settimana, domenica 12 giugno, circa 9 milioni di cittadini andranno a votare per rinnovare le amministrazioni di 978 Comuni e, contemporaneamente in tutta Italia, per i cinque Referendum sulla giustizia.

Nove milioni di cittadini per le amministrative sono pochini su 51 milioni di elettori, no?
Mi spiego: siamo sicuri che anche il resto degli Italiani accorreranno ai seggi per dare il proprio parere sul Referendum?
Noi incrociamo le dita e speriamo che gli Italiani non incrocino le braccia.

Si tratta di un Referendum abrogativo, cioè una consultazione popolare per vedere se i cittadini sono d’accordo di far cancellare, eliminare, alcune norme esistenti.

Attenzione! Si tratta di referendum “abrogativo”, non “confermativo”!
Chi le vuole mantenere in vigore deve rispondere NO ai quesiti, chi le vuole cancellare deve rispondere SÌ, ovvero fare una croce sulla corrispondente casella stampata sulle schede.

Fino a qui tutto ovvio, non c’è niente d’oscuro.

Ma sono chiare a tutti le conseguenze delle eventuali abrogazioni?
Basta leggere attentamente ogni scheda e si capisce tutto.

Sì, amici, tutto viene descritto sulla scheda. Se non vi siete preparati prima di andare al seggio, non disorientatevi quando avrete la scheda in mano, basta che leggiate attentamente quello che c’è scritto (se volete).

Tuttavia vi consiglio di avere pazienza e soprattutto di portarvi appresso una lente di ingrandimento, giacché su altre c’è un bel po’ da leggere.

Sono giorni che provo a immedesimarmi con la matita in mano davanti ai 5 lenzuoli di schede. E poi penso “Ma ho capito bene? E se sbaglio?”.

Cosa c’è da capire

Io mi considero abbastanza preparata nelle questioni giuridiche, ma stavolta confesso di fare molta, ma veramente molta fatica a “tradurre” in parole comprensibili la connessione tra i quesiti così come espressi in testa alla scheda e la parte sottostante che dovrebbe essere di spiegazione.

A me sembra che i 5 quesiti referendari siano espressi in modo oscuro ai più, impedendo di capire le conseguenze di un SÌ o un NO.
Perché io non vado in automatico, io ragiono, o meglio tento di ragionare sempre su tutto.
E non per partito preso, sono talmente autonoma nel mio pensiero da essere fuori di ogni irreggimentazione politica.

Sono andata un po’ in giro nella rete per cercare di informarmi e capirci qualcosa.
Mi è venuta ansia e mi sono arresa, aspetto che in tv ci siano talk show che ne discutano.

Anche se mi fa paura pensare quali persone e di quali partiti ne parleranno.
Finora ho sentito solo tamtam di propaganda.
Io vorrei che fossero invitati solo e unicamente magistrati e avvocati, e spiegassero bene come verranno riformulate le norme, e le procedure, e da quando. Non ciò che “credono” avverrà, auspicabilmente.

Dove è la Riforma della Giustizia?

Tuttavia mi è sembrato chiaro che questi referendum non operino una vera riforma della Giustizia, forse solo quello che propone l’eliminazione della legge Severino, e certamente il secondo quesito, quello sulla custodia cautelare.

In realtà, a dirla tutta, lo sconcerto per la legge Severino (sull’incandidabilità per chi ha riportato condanne definitive superiore a 2 anni), è stato suscitato dall’applicazione circa la sua “retroattività”, giacché lo sanno tutti gli studenti «la legge opera per il futuro e non può essere retroattiva», ossia valere per il passato.
Non basterebbe venisse disapplicata la retroattività?
Altrimenti ci ritroveremo con un’altra legge a regolamentare l’incandidibilità.

Gli altri quesiti referendari, a mio parere, riguardano più esplicitamente il cambiamento della macchina amministrativa della Giustizia, giacché riguardano più da vicino la Magistratura.
Sono quesiti che interessano più i professionisti del settore legale, dal cui mondo il comune cittadino è completamente estraneo e poco vantaggio trarrebbe la generalità dei cittadini.

Ad ogni modo, andare alle urne è un diritto/dovere del bravo cittadino, ed è un metro di misura della nostra libertà.

Maura Sacher

 


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio