Tribuna

L’atmosfera del Natale anche a tavola

In questo periodo dell’anno, tanto atteso da adulti e bambini, e anche dai commercianti che addobbano vetrine e negozi con luci sfavillanti per creare un’atmosfera invogliante agli acquisti, siamo tutti (o quasi tutti) di buon umore e ci prepariamo a celebrare il Grande Evento pregustando i più squisiti manicaretti tra le luminarie che decorano le nostre case.

Nella frenesia consumistica forse trascuriamo qualcosa: il significato della Festa. Significato che fin dalla Antichità in tutti i culti aveva valenza religiosa, come data di nascita degli dei, per esempio si festeggiava la nascita del dio Sole babilonese Shamash, del dio Horus in Egitto, in Persia del dio guerriero Mithra, anch’esso partorito da una vergine e soprannominato “il Salvatore”. Nulla di strano che la Chiesa Cristiana nello stesso giorno rievochi la nascita di Gesù, il Salvatore.
È il periodo dell’anno che rappresenta il culmine del ciclo di “morte-nascita”, a cui affidare la speranza di un nuovo anno migliore, da millenni e millenni festeggiato partendo dai giorni del Solstizio d’Inverno, che cadeva tra il 22 e il 24 dicembre (oggi, tra il 21 e il 22, a causa della “precessione degli equinozi”), quale chiusura di un ciclo stagionale e apertura di uno nuovo, con riti legati al mondo rurale.
Questo passaggio si celebrava con lauti banchetti pubblici in una notte di veglia, alla luce delle candele e dei fuochi, in attesa della nascita del Sole, accolto con un brindisi finale collettivo e con uno scambio di doni simbolici.

Ecco spiegato perché ci sentiamo tanto infervorati in questo giorno così importante, osservanti o no.

È bene viverla appieno questa atmosfera delle Festività Natalizie. Certamente presepe, albero, decorazioni, contribuiscono a creare un clima magico attorno alla tavola, la protagonista di due momenti essenziali, secondo le usanze locali, la cena della Vigilia e/o il pranzo del 25.
La tradizione vuole menù diversi, ma non deve essere diversa la cura nella preparazione delle pietanze e nell’allestimento di una mise en place adeguata alla eccezionalità della ricorrenza.

Qualche personaggio ha dichiarato, rabbrividendo, debba bandirsi il colore rosso sia per le mise femminili che per l’arredo e il tovagliato natalizio giammai sia “natalizio”. In effetti il bianco è sempre raffinatissimo, e i colori oro e argento con effetto brillantinato sono di tendenza, però non deve mancare il rosso né il verde. E nemmeno un centro tavola con candele.
Certo è il momento di rispolverare il servizio di stoviglie migliore, lucidare l’argenteria per chi ce l’ha, controllare se si possiedono sufficienti piatti e posate da portata, evitando di far arrivare in tavola cose da cucina, nemmeno i mestoli.
Nel sistemare i bicchieri, verificare non ci siano macchioline di calcare o sbeccature. Ideale sarebbe infilarsi un paio di guanti di cotone nell’allestire la tavola, per non lasciare impronte, queste sì sono da brivido!

Assolutamente importante è rifornirsi di adeguata quantità di bottiglie di vini e spumanti, in armonia con le pietanze, e avere cura della loro temperatura al momento in cui verranno serviti.
Questo è anche il momento giusto per i segnaposto decorativi, e farebbero colpo i cartoncini con la descrizione del menù, magari piccole pergamene individuali legate da un fiocchetto semplice o con intrecciata una decorazione natalizia che la fantasia e il buon gusto possono suggerire.

Ricordarsi, infine, che il momento dello scambio dei regali è prima del dolce seguito dal brindisi con le bollicine.

Felice Natale a tutti!

donna Maura


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