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Bursòn: un vino, una storia

È grazie a Antonio Longanesi, se oggi abbiamo il piacere o la fortuna di poter bere il Bursòn, vino rosso vinificato tra Bagnacavallo, e la pianura romagnola che lo circonda. Non si conosce con precisione quale sia l’origine, o come questa vite sia arrivata in questi territori, esistono solo diverse storie e teorie che ne descrivono più o meno verosimilmente la nascita, ma una cosa e certa, qui ha trovato il suo ambiente ideale.

Il giovane Antonio Longanesi, soprannominato Bursòn, amava trascorrere i pomeriggi invernali al capanno adibito per la caccia, situato nel podere di famiglia a Bagnacavallo (RA), dove arrampicata ad una vecchia quercia una vite, dolce e resistente attirò la sua curiosità. Negli anni ’50 dopo avere moltiplicato questa uva selvatica, Antonio prova a farne del vino, e si accorge di avere a che fare con un vino fino ad allora impensabile per il territorio romagnolo, un vino dalla gradazione alcolica di ben 14 gradi e più. Poco a poco si moltiplicano i vigneti, prima nei dintorni del paese e poi anche più lontano, Ravenna, Lugo, Faenza tanto per citare i più conosciuti, nel 1997 arriva il battesimo dell’uva Longanesi, dopo questa prima valorizzazione nel 1999 nasce il consorzio il Bagnacavallo, che ha come prodotto di spicco il vino Bursòn, oggi regolamentato da un preciso disciplinare, il vino viene prodotto in due varianti, l’etichetta blu e l’etichetta nera, nel 2000 l’uva Longanesi viene iscritta al registro delle varietà dopo le analisi svolte presso l’Istituto di San Michele all’Adige. Questo vino, richiede un lavoro impegnativo in campo (diradamenti, sfogliature, sfemminellature, ecc.) poi una cura enologica non indifferente: una parte delle uve messe in appassimento un’altra vendemmiata il più tardi possibile, le uve dopo la pigiatura e la diraspatura, sono messe a fermentare e a macerare per un periodo di tempo variabile, per finire con 12-18 mesi di affinamento in legno e 6 in bottiglia prima della vendita. Non è un vino di facile beva vista l’elevata gradazione alcolica, ma è indicato per accompagnare cacciagione, stracotti e arrosti importanti, ma anche tagliatelle al ragù e finocchiona. Vino dal colore rubino intenso ma limpido e consistente, profumi olfattivi intensi di frutti di bosco, cacao, liquirizia che degradano nel balsamico, al gusto si denota una certa morbidezza, note tostate e di tannino apprezzabili ma equilibrate con un finale persistente amarognolo e levigato. La temperatura di servizio si deve aggirare attorno ai 18-20 gradi. Le principali aziende del consorzio il Bagnacavallo sono: Azienda Agricola Longanesi Daniele (quarta generazione di Longanesi)  in Boncellino, un paesino adiacente Bagnacavallo, http://www.longanesiburson.it, Tenuta Bevanella, situata nel territorio di Savio di Ravenna, tra il torrente Bevano e il fiume Savio, http://www.tenutabevanella.it  Tenuta Uccellina, con vigneti in proprietà nell’area di Bertinoro e vigneti in affitto e cantina a Russi, http://www.tenutauccellina.com Azienda Agricola SPINETTA, sulle colline di Faenza, con 23 ettari di vigneti, http://www.spinetta.it, Azienda Agricola Randi, nei comuni di Fusignano ed Alfonsine, http://www.randivini.it.

Isabella Radaelli

i.radaelli@egnews.it


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