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Spazio agli sponsor negli eventi gastronomici

È doverosa una riflessione sul ruolo degli sponsor “tecnici” negli eventi enogastronomici, evidenziati con il logo sui cartelloni, sugli inviti e nei comunicati emessi dall’organizzazione a beneficio degli organi di stampa, ma scarsamente citati nel pezzo giornalistico dedicato alla manifestazione.

Il giornalismo enogastronomico offre spazio agli chef (o aspiranti tali) che si espongono per esibire la qualità e l’estrosità delle pietanze, con ricette nuove o rivisitate, ma poco informa sugli elettrodomestici che vengono impiegati e ancora meno sui produttori e designer che firmano piatti, stoviglie e bicchieri, sempre all’ultimo grido della moda.

È indubbio che tutto l’apparato contribuisce a valorizzare o annullare il risultato culinario e l’effetto della presentazione.
Nei format televisivi dedicati al cibo, i nomi delle ditte fornitrici dei materiali impiegati a supporto della scenografia vengono riportati in coda, infilati tra “gioielli, abiti, acconciature … a cura di”, e inoltre l’occhio del telespettatore, attento alle indaffarate mani dei cuochi, non fa caso alle eventuali insegne in qualche parte dello studio.

Si obietterà: “ad ognuno il suo”, ossia che nelle Rubriche dedicate alle ricette culinarie è giusto prevalga il Cuoco, con le sue performance, eppure tutti gli strumenti materiali utilizzati concorrono alla corretta esecuzione delle ricette.

Se non esistessero apparecchi o dispositivi atti ad agevolare il lavoro nella preparazione delle ricette, penso ai frigoriferi per l’abbattimento rapido delle temperature o ai forni elettrici ad alta velocità di cottura o alle piastre per grigliare carni e verdure senza spigionare tossine nocive, ai frullatori e macinatori, e ogni altro strumento, financo i coltelli, non avrebbero tanto successo coloro che si esibiscono. E che dire dei piatti, ovali, rettangolari, quadrati, su cui su cui la pietanza viene adagiata e valutata più visivamente per gli equilibri spaziali che apprezzata dal palato?
E che ne sarebbe della degustazione di vini e distillati, delle birre financo, senza i Maestri Vetrai che eseguono le committenze al fine di imporre al mercato nuovi stili?

Gli sponsor “tecnici” sono determinanti per la riuscita di tutti gli show cooking, e investono dei sostanziosi capitali per essere “visibili” ad una più ampia platea.
Certo, si obietterà che è questione di pecunia, la pubblicità non è gratuita, è giusto che le aziende commerciali sborsino qualcosina per vedere il loro nome in un articolo giornalistico, ma i signori personaggi a cui viene dato risalto, anche per mezzo di comunicati stampa, interessati alla loro esaltazione, in quale modo ricambiano?

Maura Sacher


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