Quei vini a bassa gradazione alcolica
Il Consorzio Vini Doc delle Venezie sta studiando dei protocolli specifici condivisi con i Centri di ricerca e le Univrsità per produrre un Pinot Grigio “light” partendo dal vigneto.

Il mondo del vino sta vivendo un momento non proprio felicissimo: contrazione dei consumi, la mannaia dei dazi, l’incertezza economica, i nuovi stili salutistici, la concorrenza di altre bevande soprattutto tra i giovani, l’instabilità politica, i cambiamenti climatici.
Come uscire da questo impasse? Qualche azienda lungimirante sta già mettendo in atto nuove strategie commerciali. Ad esempio, perchè non proviamo a produrre un vino a bassa gradazione naturale, partendo dal vigneto? L’interrogativo ha trovato una risposta in occasione del Congresso annuale del Consorzio Vini Doc delle Venezie tenutosi nei giorni scorsi a Trento.
Se la strategia per superare i numerosi cambiamenti che stanno investendo il settore vino è l’adattamento, il Consorzio di tutela del Pinot Grigio delle Venezie ha intrapreso – da tempo – una strada ben precisa. Da un lato, la sperimentazione sull’“effetto che fa” il blend Pinot Grigio con le varietà resistenti (Piwi) al 10%, in vista e oltre il superamento del loro divieto nelle denominazioni nel Testo Unico. Dall’altro, la ricerca in vigneto e in cantina, applicando protocolli specifici, per produrre un Pinot Grigio “light”, partendo dal vigneto.
I contributi dell’Università di Padova e della Fondazione Edmund Mach

Il tutto è inserito nell’ambito del progetto di ricerca, promosso dal Consorzio e condiviso con il Crea-Ve Università di Padova, Veneto Agricoltura, Fondazione Edmund Mach e Vcr Research Center.
Questa la traiettoria che traccia il futuro del Pinot Grigio delle Venezie – tra cambiamento climatico, ancoraggio al territorio e all’identità del prodotto, innovazione – dettagliata nel Congresso del Consorzio Doc delle Venezie, a Trento, nei giorni scorsi.
Una traiettoria che ha un peso importante considerando che il Pinot Grigio delle Venezie è una delle realtà più ampie d’Europa – con 27.000 ettari vitati e 1,7 milioni di ettolitri imbottigliati nel 2024 – ed un modello di integrazione interregionale che unisce Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento.
Luca Rigotti: “Da tempo stiamo stiamo perseguendo un cambio di paradigma”

“Per interpretare il nostro futuro, tra cambiamento climatico, sensibilità della società civile verso la sostenibilità ambientale, esigenze dei consumatori e nuove sensibilità delle giovani generazioni” ha sottolineato Luca Rigotti, presidente del Consorzio di tutela del Pinot Grigio delle Venezie.
“Da tempo stiamo perseguendo un cambio di paradigma nell’approccio produttivo con l’introduzione di vitigni resistenti e la produzione di vini a basso grado naturale e non di dealcolati. Aspetti importanti per consolidare la reputazione e accrescere la notorietà della nostra do che hanno importanti risvolti economici e sociali.”
Pinot Grigio a 9 nove gradi alcol? Le norme Ue favoriscono i dealcolati
La scelta di produrre una tipologia di Pinot Grigio delle Venezie naturalmente a basso grado – a 9 gradi alcol, ottenuto senza dealcolazione, ma agendo in vigneto e in cantina – è frutto al contempo della volontà di preservarne la tipicità e di andare incontro alle tendenze di consumo. Tuttavia, oltre alla messa a punto della tecnica produttiva, questa tipologia deve fare i conti con quanto previsto dall’Ue e, anche dai regolamenti delle bevande.
“Nel pacchetto vino approvato dal Parlamento europeo, il vino a basso grado naturale non è previsto” ha dichiarato a Winenews Stefano Sequino, direttore del Consorzio di Tutela del Pinot Grigio delle Venezie. Quindi non ha una sua distintività, mentre i vini ottenuti per dealcolazione totale o parziale possono riportare in etichetta la definizione di “analcolico” o “a ridotto contenuto alcol. Si tratta di un paradosso che si traduce in uno svantaggio competitivo rispetto ai dealcolati da correggere al più presto nella prossima Pac, altrimenti rischiamo di avere un quadro normativo parziale, incompleto e difficoltà anche da un punto di vista commerciale.
In alto i calici. Prosit! (GIUSEPPE CASAGRANDE)
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