
Dopo tanti patemi e allarmismi ora siamo sicuri, i prodotti italiani non saranno puniti da dazi che Trump, il Presidente degli USA, ha minacciato di applicare per ritorsione sulla questione Airbus a partire dal 19 ottobre 2019.
Non intendiamo negare sia stato capillare e altamente diplomatico il lavoro di intercessione per evitare l’applicazione dei minacciati dazi del 25% sui prodotti agroalimentari italiani destinati al mercato USA.
Ma forse un poco di intuizione o sesto senso lo avevamo fin dall’inizio, per questa ragione non ne abbiamo voluto amplificare la notizia.
Non abbiamo voluto raccogliere le drammatizzazioni giornalistiche e quelle di parte, in attesa di informazioni più precise.
Non ci siamo allarmati per le “minacce”, i calcoli tragici e angosciosi dei rappresentanti delle categorie che sarebbero state interessate.
Gridare “al lupo” è facile per fomentare allarmismi, ma è valido anche il proverbio “non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso” nel senso di non farsi illusioni su qualcosa che potrebbe essere difficile da realizzare.
Per questo siamo stati zitti fino ad ora, perché confidavamo non tanto sul lavoro di intercessione dei nostri, quanto sul fatto che Trump è un Presidente molto attento ai sentimenti del suo popolo e sarebbero stati gli americani i più penalizzati.
I cittadini statunitensi, ovvero quelli delle classi abbienti che lo sostengono e quelle meno agiate che su di lui hanno riposto fiducia e con lui sono economicamente progredite, avrebbero dovuto sborsare molti più denari per non farsi mancare ciò che era considerato un “lusso” da intenditori. Non si può rinunciare ad un Prosecco, un Parmigiano Reggiano, le Doc, i Dop e gli Igp, europei ma specie italiani già ben introdotti grazie ai nostri ambasciatori del gusto Made in Italy, quando questi sono uno “status symbol”. Perlomeno dal punto di vista di chi scrive.
E così, un sospiro di sollievo per tutti, senz’altro un’ottima notizia per i nostri agricoltori e per gli esportatori nazionali.
E tutti grati al governo americano e alle nostre istituzioni per il gioco di squadra che ha permesso di escludere l’Italia dai Paesi colpiti dai dazi di Trump.
Ci uniamo al coro.
Maura Sacher
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