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L’attenzione al packaging del vino

Il packaging del vino è un argomento non facile da affrontare, ma è un elemento fondamentale nella vendita del prodotto. Si rivela anche uno dei settori più interessanti per gli studi creativi che devono concentrare in pochi centimetri di carta, oltre agli obblighi di legge, creatività, design, appeal, ma soprattutto interpretare l’identità del vino, trasformarla in messaggio visivo anticipando le aspettative del consumatore.

Se il mondo del vino può contare innumerevoli concorsi enologici, pochi invece sono quelli che prendono in considerazione la valorizzazione degli sforzi che le aziende fanno nel migliorare l’estetica e l’immagine del prodotto. Qualche iniziativa in più la si trova rivolta al mondo della grafica nel valorizzare i progetti di realizzazione delle etichette.

Veronafiere in collaborazione con il Vinitaly dal 1996 premia il miglior “abbigliaggio” di vini e distillati provenienti da uve, vinacce, mosto o vino e dal 2015 questo Concorso Internazionale è aperto anche alle categorie dei distillati diversi dall’uva (gin, rhum, whisky), a tutti i liquori e all’olio extravergine di oliva.

Il nostro gruppo editoriale in questi giorni ha aperto le iscrizioni alla 6° edizione del Premio Mediterraneo Packaging 2018 rivolto ad aziende produttrici e di imbottigliamento di vino ed olio extravergine di oliva dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, purché in regola con gli standard dell’Unione Europea.

Il ruolo dell’etichetta del vino è a tutti gli effetti uno strumento di comunicazione aziendale e dagli anni Ottanta è nata anche specifica figura professionale specializzata in etichette alimentari. Alcuni produttori poi scelgono la strada delle “etichette d’autore” commissionandone la creazione ad artisti. Un binomio vino ed arte nata all’inizio del Novecento dal barone Philippe de Rotschild in occasione del primo imbottigliamento dello Château Mouton 1924.

Interessanti i risultati di una recente ricerca dal titolo “Il ruolo del packaging nelle scelte di consumo di vino: un confronto tra i Millennials statunitensi ed italiani” di Nomisma Wine Monitor per conto di Verallia terzo produttore mondiale di contenitori in vetro per alimenti, comprese le bottiglie.

Lo studio ha messo a confronto l’approccio al vino dei Millennials statunitensi e italiani, fotografandone le percezioni e i principali driver di scelta nell’acquisto e consumo di vino, tra i quali il packaging dimostra di avere un ruolo di primaria importanza.

Il primo criterio di scelta degli under 35 italiani è la tipologia di vino (51%) e, in secondo luogo, il paese o il territorio di origine (21%). Quanto al packaging, per quasi un terzo degli intervistati il vetro è un materiale insostituibile, perché naturale, sicuro, green, e il 23% ne apprezza soprattutto l’aspetto legato alla sostenibilità. Un ruolo di primo piano lo gioca poi l’etichetta: il suo colore, la sua forma e le immagini catturano l’attenzione del 55% dei Millennials italiani, ma molto si gioca anche sulla forma della bottiglia (il 47% degli intervistati ne è attratto) e sulla presenza di loghi o grafiche in rilievo sul vetro (40%). È la personalizzazione del prodotto e della sua confezione – conclude lo studio – l’aspetto che più attira questa generazione.

Piera Genta

 


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Redazione

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