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La UE contesta le nostre etichette su pasta e riso

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i due decreti interministeriali per introdurre l’obbligo di indicazione dell’origine del riso e del grano per la pasta in etichetta, firmati dai Ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda, obbligo che scatterà da metà febbraio 2018.

Oltre l’85% degli italiani considera importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per la pasta e il riso, secondo i dati emersi dalla consultazione pubblica online, a cui hanno partecipato oltre 26mila cittadini.

Ma che fa da Bruxelles il portavoce del commissario alla Salute e sicurezza alimentare Andriukaitis? Afferma che dall’Italia non è arrivata alcuna notifica dei due decreti, prontamente smentito dal portavoce del Ministro Martina, asserendo le bozze sono state inviate una in dicembre 2016 e l’altra in aprile 2017, mentre i testi definitivi sono stati inoltrati l’11 maggio 2017.
In base del principio del silenzio assenso, senza alcun rilievo dell’europarlamento, il Governo italiano ha varato i provvedimenti, entrati pertanto in vigore l’11 agosto scorso.

È ovvio che la comunità europea si preoccupi che il nostro Belpaese, patria della genuinità dei prodotti tanto prediletti in tutto il mondo, non evidenzi troppo le ingerenze di traffici sottobanco di altri paesi della UE e non UE.

No, non è una denuncia questa, è un appello alla soglia di attenzione degli italiani.

Maura Sacher


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