Vino e Ristoranti

La foodlosophy di Cataleya

Nome curioso per questo ristorante situato a pochi passi dal Po all’inizio della precollina di Torino, una delle zone più belle della città. Cataleya richiama il fascino romantico dell’orchidea Cattleya, originaria dell’America meridionale, ma per chi ha visto il film Colombiana (2011 in cui la protagonista è Zoë Saldaña, nel ruolo di Cataleya) anche la determinazione dell’eroina protagonista.

Un locale aperto dall’inizio dell’anno da una delle famiglie storiche della ristorazione torinese, grande cura del dettaglio nell’arredamento con tocchi di romanticismo, ottima accoglienza da personale attento, preparato nella descrizione puntuale dei piatti del menu.

Un progetto di cucina basato sulla foodlosophy, affidato ad un giovane chef, Stefano Ratti, che nel corso della sua carriera ha lavorato a fianco di chef professionisti in locali prestigiosi, ristorante Armani, Il Pellicano (due stelle Michelin a Grosseto), Vun di Milano (1 stella Michelin) per citarne solo alcuni. Nel menu si trovano verdure non facilmente reperibili nella carta di molti ristorante, complice l’Orto Paolo, una azienda che vende all’ingrosso frutta e verdura della migliore qualità. Intriganti gli estratti di frutta e verdura, veri concentrati di benessere e le insalate non solo colorate, ma con ingredienti accostati in modo piacevole. Il colore è il filo conduttore del pensiero dello chef, sostenitore convinto che i “cinque colori del benessere“, ognuno dei quali con qualità e proprietà specifiche aiutano il nostro organismo e la nostra salute. Pane e dolci sono tutti fatti in casa.

Materie prime di qualità indiscutibile, troviamo anche la carne de La Granda, presidio Slow Food che valorizza la razza bovina piemontese e dall’inizio di giugno il ristorante rimane aperto fino a tardi. Due sale con un dehors e servizi tecnologici come le prese USB per la ricarica di cellulari e tablet e la connessione Wi-Fi.

Piera Genta

 


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Redazione

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