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Gabriele Gregolo e Monica Ganz Terre di San Venanzio Fortunato

Nel cuore della denominazione Valdobbiadene Conegliano Prosecco Superiore. La cantina a Valdobbiadene, fondata nel 2007 da Gabriele Gregolo e Monica Ganz, nel corso dell’anno ha raccolto diversi riconoscimenti con due produzioni “diversamente” spumanti nel panorama della Docg: il Cartizze Superiore Brut (tiratura di 3300 bottiglie) e il Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Demi Long.

Il primo è stato designato quale miglior metodo charmat dell’anno nella Guida Vinetia 2018 dell’AIS Veneto e ha preso il massimo punteggio (4 Viti) nella Guida Vitae 2018 dell’AIS Italia. Il secondo si è fregiato della prestigiosa Fascetta d’oro assegnata dalla Assoenologi, nell’ambito del concorso “Primavera del Prosecco”. Scelte fuori dal coro ma che incontrano alto gradimento , come spiegano Gabriele e Monica.

Il vostro Valdobbiadene Superiore dI Cartizze Brut sta raccogliendo un successo dopo l’altro, in particolare ha conquistato le Guide dell’AIS. Come mai avete pensato ad un Cartizze dalla versione per certi versi atipica, rispetto al Dry?

 

E’ stata una scelta ponderata a lungo. La tipologia Dry è un abbinamento sempre difficile per l’alta percentuale di zuccheri (15,00 g/l). La nostra versione del Cartizze Brut ha una fascia alta del range a 12,00 g/l di residuo zuccherino, e può essere abbinato pienamente con vari cibi. La necessità di una versione più secca l’abbiamo avvertita anche da esperienze di mercato.

Il Superiore Cartizze Dry lo bevi per conto suo, il Brut va con tutto ed è come piace a noi. Quando abbiamo aperto la nostra azienda nel 2007 producevamo spumanti con residuo a 12,00 g/l. Ma poi tutti lo volevano più secco e abbiamo portato la percentuale a 9 g/l nel nostro Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut. Seguendo questa visione siamo arrivati a produrre un Cartizze Brut più equilibrato, abbinabile a tutto.

 

Terre di San Venanzio è un’azienda “giovane” (11 anni) nel Prosecco Docg. Vi richiamate a valori forti e vincolanti, che portate avanti con la ricerca di interventi poco invasivi. E’ difficile affermarsi nel mercato con questi principi oppure è vincente? 


 

Sicuramente si. Però non è facile, perché lo devi spiegare, far capire. Oggi i consumatori si affidano a certi marchi che hanno più storie e brand, ma se tu racconti bene l’impegno che metti nel tuo lavoro fa la differenza. Dover spiegare che il vino buono non è finto, che alle spalle c’è una prassi di lavoro dispendiosa  e laboriosa.

I nostri prodotti hanno una carica di solfiti molto bassi. In cantina facciamo le cose con molta attenzione. Riceviamo telefonate da persone che hanno acquistato il nostro prosecco e che ci fanno i complimenti per la qualità. Un signore ci ha chiamato da Milano dichiarando che il nostro vino spumante per lui è una garanzia, perché quando lo beve in seguito non ha problemi di mal di testa o mal di stomaco, come con altri. Il ritorno, quindi, c’è ma è impegnativo spiegare questa scelta di qualità e di farla toccare con mano.

 

Nella vostra linea spiccano il Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Demi Long e il Brut Rosè Radegonda metodo charmat, prodotto con Pinot Nero in rosato. Vini particolari, creati con il vostro enologo Luca Antiga. Quale filosofia vi sostiene nel scegliere i prodotti su cui puntare?

 

C’è sempre la volontà di fare qualcosa di nuovo, che sia diverso dalle tipologie dry o extra dry con cui il prosecco è comunemente conosciuto. Noi pensiamo che lo spumante sia da interpretare anche come qualcosa di diverso.

Quando abbiamo iniziato avevamo con noi un enologo molto esperto nella produzione di prosecco di Valdobbiadene, ed aveva varie aziende da seguire. Invece l’attuale Luca Antiga è più giovane, ha più tempo da dedicare a noi. Con lui abbiamo depositato il marchio Demi Long, uno charmat di sei mesi in autoclave.

E’ più lungo, ma conservare le caratteristiche tipiche der prosecco, ma avendo più struttura. Siamo andati in una direzione diversa. Molti vinicoltori oggi producono il “sur lie” con la fermentazione in bottiglia sui lieviti, ma poi vanno a stabilizzarlo in autoclave per creare un prodotto più valido per il mercato. La direzione non è questa.

Gli enologi di Valdobbiadene al nostro Superiore Brut Demi Long hanno dato la Fascetta d’oro nel concorso Primavera del Prosecco. E’ piaciuto molto. Riguardo al Radegonda Rosè, 90 per cento in Pinot Nero, puntiamo sulla qualità cercando di evolverci . Se i valdobbiadenesi ci hanno premiato siamo sulla strada giusta. Cerchiamo di fare qualcosa di nuovo, ma che piaccia anche senza correre sempre dietro al mercato.


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