Stile e Società

Dare è meglio che ricevere, ma che fine fa il dono?

Chissà quanti sanno chi è l’autore di questa frase, è la medesima persona che disse «non gettate le perle ai porci», e pure «nessuno è profeta in patria». Ebbene, tutte sono state tramandate come proferite da un grande personaggio storico, Gesù, il Messia, sulla cui predicazione si basa il Cristianesimo, e vengono usate ancora oggi dopo duemila anni, anche a vanvera.

Non sarà per questa scoperta, spero, che nell’ottica del galoppante negazionismo delle radici cristiane queste espressioni verranno bandite dal linguaggio comune.

Gli inventori del “Banco alimentare” certamente si sono basati sulla tradizione evangelica («Il Signore Gesù disse: vi è più gioia nel dare che nel ricevere», Atti degli Apostoli, cap. 20, v. 35) per lanciare le periodiche raccolte presso i supermercati, finalizzate a sensibilizzare i cittadini verso i bisogni di persone in difficoltà economiche.

Oggi, sabato 25 novembre 2017, è la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. Una gran parte dei clienti inseriranno in apposite buste una serie di cibarie non deperibili e altri prodotti, suggeriti, destinati a strutture caritative (mense per i poveri, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.). Nello stesso tempo ha gioco la pressione psicologica delle predicazioni contro lo spreco del cibo.

La massima «Dare è meglio che ricevere», si presenta come una buona azione arricchente lo spirito, altre volte proprio no, vista l’avvilente fine che spesso fa il dono, infatti le cronache locali troppo spesso (e in sordina) ci testimoniano che gli articoli donati vanno sprecati e disprezzati dai destinatari.

Tutte le credenze religiose insegnano che ai fini della Salvezza Eterna contano le buone intenzioni, ma come non restare disgustati quando chi dovrebbe essere grato dell’accoglienza nella nostra comunità civile rifiuta la mano tesa, disdegnando il dono del nostro cibo e le nostre tradizioni.

A cosa credere, dunque? Al proprio buon cuore certamente, senza troppe illusioni sulla destinazione del nostro atto di donare, saranno altri a rispondere dei propri gesti.

Maura Sacher


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