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Tutto cambia perché nulla cambi, anche nel futuro di questo Paese

Ha forse ragione chi evoca le logiche del famoso “compromesso storico” per rendere possibile al nostro Paese, al popolo italiano, la creazione di un Governo che lavori per il bene dei cittadini e non per una poltrona in Parlamento.

Nell’auspicio che tutto possa cambiare nel “sistema”, o per lo meno rispetto al regime dell’ultimo quinquennio, questa volta l’accordo introdotto tra Moro e Berlinguer degli anni ‘70, ma aggiornato all’esito delle urne del 4 marzo 2018, viene interpretato – sottotraccia e tirandolo a proprio vantaggio – dalle maggiori Confederazioni di grandi Imprese del Paese. Queste, infatti, non hanno perso tempo per dare il loro appoggio al movimento/partito che ha incassato il maggior numero di voti. Ma non ci si deve stupire: uno dei giovani di Confìndustria, al Congresso 2016 di Santa Margherita Ligure, intervistato al volo ha candidamente commentato “prima berlusconiani, poi lettiani, ora renziani”, “andiamo dove va il vento”.
Ecco, appunto, ora “cinquestelliani”?

Ad ogni modo, dove andrà il vento, auspichiamo che la nuova compagine governativa non dimentichi il bene del Paese, quel bene supremo a vantaggio delle nostre piccole e medie imprese, quelle artigiane non multinazionali, quelle che difendono i prodotti Dop e Igp e ne chiedono il costante sostegno nel mercato interno, nel comunitario e nei mercati extra-comunitari.

Come quelle che chiedono la difesa della qualità italiana anche sulle etichette dei singoli prodotti, un tanto per essere in linea con le Direttive EU e sopra di tutto nel rispetto dell’economia agroalimentare del nostro Paese.

Il Food&Wine di qualità italiano è un mercato che fa gola dagli Usa all’Australia, dal Brasile alla Turchia, paesi che, con il sostegno dei loro governi nazionali, hanno interesse a smantellare, attraverso accordi multilaterali e bilaterali, le tutele delle denominazioni.

E ci aggiungiamo il nuovo scenario dell’etichettatura nutrizionale sugli alcolici, ossia l’evidenza della zuccheraggio nel vino, che i Paesi nordici della Ue non vogliono sia indicato, a discapito del nostro Paese e di altri come Spagna e Grecia.

Oltre all’aumento e consolidamento dei posti di lavoro, per permettere ai nostri ventenni e trentenni di organizzare il loro futuro, anche riformando la disumanità della legge Fornero, auspichiamo che una delle priorità del futuro Governo del Bel Paese sia sempre la tutela della italianità, in tutte le sue espressioni.

Maura Sacher


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