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Piero il vuoto che ci lasci è insopportabile

Nella notte della befana Simonetta mi ha chiamato per dirmi che Te ne eri andato dopo innumerevoli ed encomiabili tentativi di tenerti con noi.

Non mi rendevo conto, non per l’ora tarda sono uso a fare orari disumani, che Tu non potevi più chiamare me e gli amici, i colleghi e stare con Simonetta, Riccardo e le Tue Sorelle.

Sono stato l’ultimo a parlare con Te al telefono e lo facevamo quasi tutti i giorni dell’anno, non so come farò senza la Tua pazienza, la Tua saggezza, i Tuoi affettuosi consigli.

Ho avuto l’onore e la fortuna di conoscerti e di condividere viaggi, serate, zingarate, degustazioni,  pranzi, cene, mostre, fiere, aperitivi,  conferenze stampa, riunioni, burle giorni, sere, pomeriggi, ironia, passeggiate, cultura, letture, visite a musei e tante altre situazioni anche meno allegre.

Soprattutto mi ascoltavi e mi hai regalato tantissimi consigli e suggerimenti da Fratelli.

L’avventura felice della Balla degli Spaghetti alla Bolognese non sarebbe iniziata senza la Tua spinta e la Tua arguzia che hanno dato una spina dorsale ad una situazione molto spontaneista ed avventurista al suo esordio.

Dopo aver avuto la tristissima notizia mi è passato il sonno e ho fatto alcune cose senza importanza come un automa.

Ho fumato tantissime Marlboro e mi sono fatto la barba alle 5 e mi sono tagliuzzato la faccia.

Non mi capacito davvero, Piero. Sono molto orgoglioso e felice nella tristezza di essermi confrontato con Te tantissime volte e di aver elaborato e realizzato eventi e di averne pensati tanti con lo spirito di due ragazzi cresciuti ma ancora monelli.

Aver goduto della Tua Amicizia e aver attinto dalla Tua sterminata cultura è stato un privilegio grandissimo.

Ti ringrazio per aver sempre ben considerato le cose che scrivo e che mandavo a Te per primo perché Tu le leggessi e mi dicessi quello che pensavi.

Da Scrittore sopraffino, elegante ed eccelso giornalista  mi hai insegnato davvero tanto.

Sto fumando l’ennesima sigaretta nervosamente e non voglio ancora credere. Il vuoto che lasci è realmente indefinibile.

Sono molto emozionato e sto  piangendo.Ti saluto Caro Piero con una poesia di Paul Verlaine che Ti piaceva tantissimo e che ricorda lo Spleen che ogni tanto ci assaliva e che mi assalirà pensandoti: Il lento suono dei violini d’Autunno ferisce il mio cuore con monotono languore. E il mio cuore è profondamente ferito

Umberto Faedi


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Umberto Faedi

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