Tribuna

Tenere in mano un calice

Sul comportamento c’è una regola generale che dice “se non sai come si fa, guarda gli altri come fanno”, in verità dovremmo scegliere attentamente le persone da prendere come esempio, e non è sempre facile individuare coloro che sono affidabilmente degli “esperti”.

È sufficiente vedere la varietà di comportamenti a tavola, e non mi riferisco ai casi di eclatante maleducazione, riconoscibile da ogni persona con un minimo bagaglio di insegnamenti ricevuti in famiglia, quanto piuttosto a diversi tipi di situazioni “stonate” in cui cadono anche i vip.

Nella carrellata di questa nuova serie della Rubrica iniziata l’altro mese, il secondo degli esempi che spiccano e che mi piace offrire alla riflessione del lettore, riguarda il modo, anzi, i tanti modi in cui si vedono maneggiare i bicchieri.
Sull’euforico sbatacchiamento di calici per il brindisi, ho già espresso il punto di vista del Galateo, oggi parlo di come questi calici vengono offerti e tenuti in mano.

Il bicchiere è un oggetto delicatissimo: richiede una cura particolare nel lavaggio e nell’asciugatura, pena il rischio di ritrovare sul vetro le macchioline del calcare o i pelucchi dello strofinaccio, non di meno persino le impronte di chi lo ha avuto per le mani prima di noi che da esso beviamo.
Per questo motivo, negli esercizi pubblici stellati il personale indossa dei guanti bianchi quando li ripone o apparecchi le tavole. Io stessa ho i miei guantini per i bicchieri e i piatti dei servizi buoni.

È da ricordarsi sempre che i bicchieri non vanno mai toccati sul bordo, chi beve non ha piacere di sapere che altre persone ci hanno lasciato il loro DNA, sì, perché noi perdiamo ogni giorno milioni di cellule morte dalla nostra pelle le quali si attaccano su qualunque cosa, specie quando tocchiamo oggetti. Impressionante, vero?
Pertanto, quando offrite un bicchiere, è opportuno maneggiarlo alla sua base.

Inoltre, perché il calice si deve reggere per lo stelo, sia nel porgerlo sia nel degustarlo?
La risposta scontata è che il vino, in particolare il bianco e lo spumante, per essere assaporato al meglio, non deve alterare la sua temperatura di servizio risentendo del calore delle mani. Aspetto della “cultura del vino” che noto sia poco diffuso tra i consumatori.

Non per questo, tuttavia, dobbiamo atteggiarci tutti a grandi intenditori e reggere il calice con tre dita intorno alla sua base! Potremmo sembrare bizzarri, se non siamo nell’ambiente professionale.

Fanno eccezione particolari vini d’annata e liquorosi, i quali necessitano, invece, di essere scaldati per esprimersi al meglio.

Da ciò, il consiglio d’apertura: se non si è sicuri, meglio osservare il comportamento degli altri, di coloro che hanno l’aria di “affidabili”, e non è detto siano la minoranza!

Maura Sacherbrricchieri_coppietta


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