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Senza spreco per legge

Approvata in via definitiva la norma contro la distruzione degli alimenti non consumati. Adesso cosa cambierà? Chissà, forse nulla!

 

Dopo la Francia anche noi abbiamo la legge contro gli sprechi alimentari, così il nostro legislatore sarà in pace con la propria coscienza.

 

A parte la personale perplessità sull’eccessivo uso della legislazione per regolamentare tutti gli aspetti della vita dei cittadini, che mi fa sentire parte di uno Stato totalitario, più che di una democrazia; ma cosa succederà adesso?

 

La legge italiana favorisce le buone pratiche alimentari e il riciclo del cibo, senza prevedere alcuna sanzione per lo spreco alimentare. Sono previsti incentivi di carattere finanziario per le imprese che evitano lo spreco di cibo e lo donano agli Enti di assistenza; la legge prevede, inoltre, semplificazioni di natura burocratica per chi ricicla il cibo in eccesso.

 

Viene istituito un fondo per finanziare progetti innovativi per il riciclo e riuso di cibo ancora commestibile e sul packaging intelligente antispreco.

 

Tutto qui? La montagna ha partorito il topolino! Basterà questa norma a evitare che finiscano tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro e un costo di 450 euro all’anno per famiglia?

 

In una società basata sul consumo, o si interviene con sanzioni pesanti o si sceglie la strada dell’educazione culturale, a iniziare dai bambini nelle scuole dell’infanzia.

 

Il nostro legislatore ha scelto una terza via, come al solito, che mi lascia molto perplesso. Allo spreco alimentare, si aggiungerà lo spreco di risorse finanziarie. E intanto si perde un terzo del cibo prodotto nel mondo e 870 milioni di persone soffrono la fame.

 

 

 

Piero Rotolo

p.rotolo@egnews.it

 

 

 


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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