Stile e Società

Prosecchini, territorio e Lambrusco

Uffa! La prossima volta che mi sentirò proporre come aperitivo “un prosecchino” mi metterò ad urlare! Il Prosecco, giusto per la cronaca è uno dei vini più venduti e conosciuti nel mondo, uno dei più importanti. Una viticoltura quasi eroica, visti i ripidi pendii delle colline da cui nasce, che danno un prodotto conosciuto ed apprezzato ovunque. Perché allora usare il diminutivo? Perché prosecchino? Avete mai sentito parlare di un Brunellino? O di un Barolino o peggio un Amarocino? Cerchiamo di rendere onore ad un vino che porta dovunque nel mondo il Veneto e tutta l’Italia in generale.

In questi giorni, sedevo in piazza delle Erbe a Mantova e una cameriera molto gentile mi ha chiesto se gradivo un aperitivo, un prosecco…
Qualche tempo fa a Correggio (RE) in un bar, mi capitò di chiedere un bicchiere di Lambrusco ma la risposta fu negativa. Niente Lambrusco. Qui a Correggio se lo bevono a casa; qui a Correggio, nei bar, si beve Prosecco
Ma come? Le terre dei meravigliosi Lambruschi dovrebbero proporre e caldeggiare il loro vino in ogni occasione, sempre. Come in Salento propongono i loro magnifici rosati e come dovrebbe essere in un paese che ama se stesso e che si sa apprezzare.

Che sia frizzante o spumante è un vino che va servito su calici di media dimensione per permettere la diffusione dei profumi, ad una temperatura di degustazione ideale dai 6 agli 8°C. La sua spuma è fine, ed evanescente per i frizzanti, più persistente per le versioni spumantizzata; una consistenza media, trattandosi di un vino con modesto contenuto alcolico e di estratti. Dal punto di vista olfattivo, si presenta più intenso che complesso, con un forte impatto di profumi fruttati e floreali. Al palato è fresco e sapido, di medio corpo. Il contenuto alcolico è solitamente modesto o comunque non elevato, il tannino è quasi impercettibile. La persistenza, solitamente buona, ricorda le stesse note fruttate e speziate percepite al naso. La freschezza gustativa e l’effervescenza lo rendono adatto all’abbinamento con piatti di buona succulenza e tendenzialmente grassi. 
Stiamo qui parlando della versione secca del… Prosecco o Lambrusco?
Questa è una degustazione di Lambrusco; perché chi l’ha detto che l’aperitivo, deve essere bianco e frizzante? Dove sta scritto che un vino del territorio come il Lambrusco non possa essere usato, fresco e spumeggiante, come uno squisito aperitivo?

Quale altro paese al mondo si ritrova con quasi 500 vitigni autoctoni e con una tradizione di cucina regionale praticamente infinita? Ed è questo, oltre al nostro patrimonio artistico, uno dei motivi per cui ogni anno, milioni di turisti vengono a visitare la nostra bellissima penisola. Perché allora non vendere e promuovere le squisitezze del proprio territorio facendoli innamorare dei nostri meravigliosi prodotti? Senza diminutivi, senza rimandare all’enoteca le voglie di chi ama degustare e conoscere il territorio, facendo scoprire quante delizie possono provare.
Mai più prosecchini quindi, perché il Prosecco è un grande vino a cui portare rispetto e da promuovere. E mai più sottovalutare le eccellenze delle varie regioni, svalutando così tradizioni e territorio. Non ci resta che questo ormai, teniamocelo caro.
E non è poco se ci pensiamo.

Sonia Biasin


Grazie per aver letto questo articolo...

Da 15 anni offriamo una informazione libera a difesa della filiera agricola e dei piccoli produttori e non ha mai avuto fondi pubblici. La pandemia Coronavirus coinvolge anche noi.
Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati, in questo periodo, è semplicemente ridotta e non più in grado di sostenere le spese.
Per questo chiediamo ai lettori, speriamo, ci apprezzino, di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di lettori, può diventare Importante.
Puoi dare il tuo contributo con PayPal che trovi qui a fianco. Oppure puoi fare anche un bonifico a questo Iban IT 94E0301503200000006351299 intestato a Francesco Turri

Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio