Stile e Società

Marcato, sfida all’ultimo Durello

Se un produttore di spumante di una piccola denominazione italiana come “Lessini Durello” si inventa una sfida all’ultimo bicchiere, con due delle denominazioni più significative per lo spumante metodo classico: Franciacorta e Champagne, qualcosa di significativo da raccontare lo deve avere senz’altro.
È proprio così che Gianni Tessari, alla guida della Società Agricola Marcato dal 2013, ha voluto mettere alla prova i gioielli della sua produzione, in collaborazione con il Consorzio Tutela: Lessini Durello 60 mesi Marcato e il Lessini Durello AR Marcato” (10 anni sui lieviti, premiato dalla guida Vinetia di Ais Veneto come miglior Metodo Classico della regione).
Uno scontro che, se sulla carta si temeva fosse impari, al gusto ha rivelato invece un sorprendente Durello, dove il carattere del vitigno autoctono Durella si esprime con equilibrio, severo e a tratti nervoso, in grado di esprimersi soprattutto nella verticalità, sempre accompagnato dalla spiccata mineralità conferita dal suolo vulcanico.
“Dalla degustazione – spiega Tessari – è emersa chiaramente l’impronta territoriale e varietale del Durello. Non era nostra intenzione fare una classifica tra i vini, quanto piuttosto sottolineare le differenze di stile e di territorio”
Un’azienda, Marcato, fondata nel 1904 a Roncà (Verona) e da sempre impegnata nella produzione di Soave e nella valorizzazione in chiave spumantistica del vitigno autoctono della Lessinia la Durella; le cui colline, tra le provincie di Verona e Vicenza, hanno suoli di origine basaltica legati alla presenza del vulcano spento Calvarina: terreni tufacei, ricchi di ferro, magnesio e moltissimi altri micro-elementi che dall’uva si trasferiscono al vino conferendo la caratteristica sapidità minerale. E l’approccio rigoroso, impresso oggi da Gianni Tessari alla Marcato vuole esaltare queste caratteristiche, riducendo per questo al minimo i dosaggi e utilizzando per le basi spumanti il 100% di uva Durella.
“La vera sfida – rcconta Tessari – per un vino ancora poco noto come il Durello è quella di portare il consumatore ad assaggiarlo per la prima volta. Siamo sicuri che poi continuerà a chiederlo, spesso sostituendo altre bollicine più blasonate”.
http://www.marcatovini.it/


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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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