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La Regione Toscana in favore dell’apicoltura

L’apicoltura è un’attività difficile e strettamente collegata ad un ambiente sano. Di questo la Regione Toscana ha preso atto e approvato  un pacchetto da 180 mila euro per gli apicoltori  “nomadisti” cioè i produttori di miele che spostano gli alveari da un posto all’altro in funzione della presenza di piante nettarifere.
“L’obiettivo è ampliare la qualità e la varietà delle produzioni, diffondere le api nei territori e favorire la loro insostituibile opera di impollinazione” – ha sottolineato l’assessore all’agricoltura Marco Remaschi – e sarà un’ottima opportunità per i tanti apicoltori che praticano la transumanza”honey-386714-web

Negli ultimi anni si è registrato un aumento di interesse per questa attività, in particolare da parte di giovani e di imprenditrici. Qualità e quantità delle produzioni di miele  (millefiori, acacia, castagno, erba medica, erica, tiglio, girasole, sulla e melata i più diffusi) ma anche produzione di polline, soprattutto in Maremma e Lucchesia, propoli e pappa reale.

La Regione da anni è impegnata a sostenere gli apicoltori e le associazioni rappresentative anche sul fronte della lotta ad alcune avversità  come varroa, vespa velutina e aethina tumida e contro l’uso indiscriminato di fitofarmaci, insetticidi neonicotinoidi  ma anche nella lotta all’inquinamento altro pericolo per la popolazione di api.

L’apicoltura è davvero importante per tutto il comparto:  recenti indagini hanno confermato il danno economico che la produzione agricola sta subendo conseguentemente alla morìa delle api e degli altri insetti impollinatori.
Da segnalare che il progetto finanziato dalla Regione, e portato avanti dalle Associazioni negli anni scorsi, riguarda la  salvaguardia della specie autoctona apis mellifera ligustica.

Per accedere al finanziamento occorrerà la regolare denuncia del numero di alveari. “Sollecitiamo tutti gli apicoltori – ricorda l’assessore – ad assolvere a questo importante adempimento, non solo per evitare le sanzioni, ma anche perché sulla base delle denunce annuali del numero di alveari viene fatta la ripartizione delle risorse comunitarie tra le regioni: più il dato è alto, più finanziamenti arriveranno”.

Roberta Capanni


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Sonia Biasin

Giornalista pubblicista, diploma di sommelier con didattica Ais e 2 livello WSET. Una grande passione per il territorio, il vino e le sue tradizioni.

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