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Il disastro dell’embargo russo

Prorogati di un anno il blocco delle importazioni sui prodotti alimentari da parte della Russia; per Coldiretti il costo per l’Italia è oltre 20 milioni di euro al mese solo nell’agroalimentare.

 
Quanti italiani si sono accorti che le esportazioni agroalimentari dell’Italia in Russia si sono dimezzate (-51,1 per cento) nel primo trimestre del 2015 e si sono del tutto azzerate per l’ortofrutta, i formaggi, la carne e derivati? Un disastro che qualcuno tenta invano di nascondere.

 

Il premier russo Dmitri Medvedev nei giorni scorsi (dopo la visita di Putin in Italia) ha prorogato con un decreto governativo i termini dell’embargo delle importazioni fino al cinque agosto del prossimo anno. E ancora non si sa se la lista nera sia stata estesa ad altri prodotti.

 

Qualcuno ha idea dei danni che si abbatteranno sul nostro agroalimentare e non solo? Il governo se n’è reso conto? Secondo Coldiretti l’impossibilità di esportare sul mercato russo non solo provoca per molti prodotti alimentari una situazione di eccesso di offerta sul mercato europeo con ricadute negative sui prezzi riconosciuti agli agricoltori, ma ci sono altri effetti negativi.

 

Lo stop alle importazioni, infatti, ha provocato in Russia un vero boom nella produzione locale di prodotti Made in Italy taroccati, dai salumi ai formaggi, tanto che la produzione casearia russa di formaggio nei primi quattro mesi del 2015 ha registrato un sorprendente aumento del 30 per cento: come dire, adesso i formaggi italiani ce li facciamo noi!

 

Inoltre, i Paesi non colpiti da embargo ne stanno approfittando, esportando in Russia i falsi formaggi italiani (Svizzera; Bielorussia; Argentina e Brasile).

 

Mi piacerebbe conoscere il piano di internazionalizzazione per l’agroalimentare del governo, tanto sbandierato a parole dal ministro Martina. Le parole colpiscono, ma solo i fatti contano!


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Piero Rotolo

Direttore Responsabile vive a Castellammare del Golfo Trapani

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