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Girovagando per Prowein

 

55.000 visitatori specializzati di cui la metà arrivano dall’estero, 6.200 espositori, (rispettivamente +6 e +4 % in confronto all’edizione 2015), 123 paesi in rappresentanza di tutte le regioni vinicole più importanti del IMG_2354mondo: i numeri della 23^ edizione della ProWein  di Düsseldorf, una manifestazione per certi versi unica al mondo per la vasta offerta di prodotti internazionali. Tra le più grandi nazioni rappresentate dagli espositori hanno preso parte quest‘anno l’Italia (1.500 in due padiglioni), la Francia (1.300), la Germania (1,000), la Spagna (550), l’Austria (320), il Portogallo (300) e i paesi d’oltremare (600).  A questi vanno aggiunti circa 420 espositori provenienti da 30 paesi con i loro particolari prodotti alcolici. Complessivamente gli espositori presenti erano provenienti da 59 nazioni.

Molte le realtà meno conosciute per la produzione di vino, dalla Turchia a Israele, dalla Romania al Libano, dalla Russia alla Svizzera, dal Kosovo alla Slovenia, dalla Bulgaria al Giappone che puntano su vitigni autoctoni, sulla storia e cultura, su paesaggi diversi. Ci ha incuriosito il koshu, varietà a bianca dall’affascinante buccia rosa, autoctona del Giappone. È fglio delle uve che viaggiavano un migliaio di anni fa lungo la via della seta dal Caucaso, alla Cina, al Giappone. 480 ettari di cui il 95%  nella Prefettura di Yamanashi, la prima regione ad avere la Geographical Indication dal governo giapponese, ad ovest di Tokyo dominata dalla mole imponente del monte Fuji. In questo territorio il vitigno ha trovato le condizioni ideali: forti escursioni IMG_2290climatiche, lunghi giorni di sole estivo e ben drenate terre vulcaniche. Bianco chiarissimo, leggero (circa 10 gradi) poco acido, fresco, dal sapore fruttato con sentori decisi di agrumi e pesca, si abbina con la cucina giapponese. Sono un’ottantina le cantine che portano avanti una tradizione cominciata alla fine dell’Ottocento  quando la Dai-Nippon Winery, la prima cantina sorta nella zona, oggi Marquis Co. Ltd., mandò due persone in Francia  ad imparare l’arte della vinificazione.

Girovagando tra uno stand e l’altro, troviamo SpriZZerò, un aperitivo innovativo creato da Paolo De Martin sulla base di IMG_2287un’antica ricetta datata 1934 del nonno Edoardo che la sua famiglia ha gelosamente custodito. Un aperitivo estremamente originale prodotto con buon Prosecco, erbe aromatiche ed erbe aromatiche delle Dolomiti in tre versioni: Classico, Pink-grapefruit ovvero pompelmo rosa ed ibisco e Hugo con sciroppo di sambuco, menta fresca. Oggi viene distribuito da Rotkäppchen-Mumm, leader nella produzione di champagne in Germania.

Ed ancora Mácum, la bevanda all’oro nero, ovvero ai semi di papavero. Un drink alcolico frutto della mescolanza tra oppio e pálinka (brandy fruttato tradizionale in Ungheria] e che è stato IMG_2358chiamato Mácum, da “Mák”, il termine ungherese per “oppio”. È delicato, dal gusto vellutato. In Ungheria la gente crede che Mácum sia la bevanda della fortuna grazie allo slogan “Drink poppy, and be lucky”! “Bevi oppio, sii fortunato!”, in ungherese “to have poppy” significa essere fortunato).IMG_2349

Accattivante la bottiglia per il Taittinger Nocturne edizione City Light, luminose bollicine di scintillanti luci evocano una città in effervescenza che brilla di notte. Morbido, cremoso, con sapori di uva passa e frutta sciroppata. Perfetto per essere degustato a tarda sera, ideale accompagnamento per i dessert a base di frutta.

 

Piera Genta

 

 

 


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Redazione

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