Tribuna

Chi decide il menù, il prezzo del piatto?

In ristorante mariti, fidanzati, corteggiatori, solitamente lasciano scegliere le pietanze alla donna prima di decidere per sé. È giusto così, ma alla lettura della Carta qualcuno si fa cogliere dal mal di pancia.

Trattoria o ristorante cinque stelle, il rituale è sempre lo stesso, incluso nella formazione professionale alla ristorazione. L’addetto alle ordinazioni, dopo aver consegnato la carta del menù, prima alla signora/signorina poi all’accompagnatore, si rivolge a lui per primo: “Cosa ordinate?”.
Già, perché secondo il Galateo dovrebbe essere il maschio ad interloquire con il personale.
Perfetto in teoria. Si vede ancora? Sì, forse nell’alta società, ma anche quando l’uomo ha origini in regioni del Sud Italia, e non solo per ossequio al galateo, bensì per mentalità radicata.

È chiaro, ordina chi paga, e dovrebbe essere l’uomo a pagare, al di sopra della parità dei sessi, parità che vale solo nell’ambito lavorativo e non in quello interpersonale, dove invece la donna predomina comunque, parità che non ha niente a che fare riguardo una cena da un uomo proposta ad una donna. Se poi, tra colleghi o nella business society, capita sia la donna ad invitare un uomo a mangiare per un qualsiasi motivo inerente l’ambito dei rapporti di lavoro, non c’è nulla di male che lei saldi il conto. L’uomo non perde in dignità, tanto la cosa può considerarsi estemporanea.

In breve, cosa succede davanti al menù (menù o menu che scrivere si voglia, all’italiana o alla francese, la seconda da pronunciare però con il massimo restringimento delle labbra)?

Questo infelice esamina la lista ????????e non osa proporre la scelta alla compagna, finge di avere improvvisamente deciso di non “appesantirsi”, mette le mani avanti, osando un “io mangerei solo il primo e un’insalata per secondo, tu cosa scegli?”. Lei, che invece salterebbe volentieri il primo per gustarsi un bel piatto di carne o pesce con contorno, rimane spiazzata: abbiamo gusti tanto diversi, potremmo andare d’accordo?
Ma lui non sa che alla signora è stato consegnato un menù, lista delle pietanze, senza i prezzi. Roba che ancora esiste in certi locali dal presunto tono chic, il “menù da donna”, per intenderci.

Sulla lista dei piatti del locale, per quanto attraente in colori, forme, disegnetti e ghiribizzi, e simili orpelli grafici, utili solo a distrarre, l’unica cosa che serve al cliente è il prezzo. Anche da queste orienterà le sue scelte, e i suoi gusti, è scontato.
Ma non si può pretendere che la signora convitata partecipi al dramma delle tasche dell’uomo che l’ha invitata. L’uomo ‘cortese’ deve metterlo in conto.

Però, lasciatemelo dire, è veramente orrendo, smonta ogni piacevolezza del mangiare fuori, porsi il problema del “quanto costa” (espressione interpretabile sia come domanda sia come esclamazione di sorpresa).
Si mangi quello che si desidera, e si dimentichi il costo al momento dell’ordinazione e soprattutto subito dopo aver saldato il conto. Non se ne parli più. Stop! Mangiare bene è uno dei pochi lussi della vita.

donna Maura


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