Stile e Società

Bayer compra Monsanto

Che i Santi Patroni ci aiutino, potrebbe essere il sottotitolo, con sarcastico riferimento alla aureola di cui viene ammantato l’affare, in virtù, per modo di dire, delle linee dei rispettivi prodotti dei due colossi multinazionali.

La Bayer ha comprato la Monsanto. Con l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer nasce un gigante dell’agrochimica che controllerà il 24% del mercato mondiale dei fitofarmaci e il 29% del mercato delle sementi.
Corteggiata con mesi di trattative la Monsanto ha ceduto e si è fusa con la Bayer per 66 milioni di dollari, allarmando i consumatori, gli agricoltori, gli ambientalisti. monsanto-bayer
In tutto il mondo girano slogan del tipo: “Se Bayer è l’aspirina per il mal di testa, è la Monsanto il mal di testa?”, “Prima ci ammalano e poi ci curano?”, “Monsanto semina e Bayer raccoglie?”.

In effetti, nei comunicati stampa relativi alla fusione la Monsanto dichiara di voler nutrire il mondo e salvare la gente dalla fame, questa è la sua generosa ‘mission’, visto che nel 2050 gli abitanti della Terra saranno più di 10 miliardi (oggi già 7 miliardi) e le risorse disponibili scarseggiano (o meglio sono mal distribuite e gestite).
Un suo portavoce ha dichiarato “Speaking hypothetically, I find it difficult to see how an acquisition of a company whose seeds help feed the world by a company whose products help keep us all healthy longer could be anything less than saintly”, in poche parole, ma ‘ipoteticamente’ afferma che gli è difficile non vedere che “una acquisizione di una società i cui semi aiutano a nutrire il mondo con una società i cui prodotti aiutano a mantenere tutti noi in buona salute più a lungo potrebbe essere niente di meno che santo”!

La medesima missione salvifica è nella mente anche della Bayer. Per il Responsabile della Bayer Crop Sciences, l’irlandese Condon, la fusione è la “chiave per la strategia di sicurezza alimentare a lungo termine”, ammettendo tuttavia che “non vede alcun modo di affrontare la resistenza enorme dell’Europa alle sementi geneticamente modificate”, consapevole che la partita non è chiusa, “siamo appena sopra alla linea di partenza, non al traguardo”.
Saranno tante le gatte da pelare. Si dovrà affrontare un attento esame da circa 30 regolatori di tutto il mondo, oltre i mercati e i gruppi di pressione, in agricoltura e tra gli ambientalisti, i quali già si sono mobilitati.
Però, per il manager della Bayer, “l’appetito cinese e l’apertura alla promessa di GM più che compensa lo scetticismo europeo”.

Contestualmente si viene a leggere che la Monsanto potrebbe essere pronta a seppellire il proprio nome, una volta all’interno del gruppo Bayer. Eh, ma se Monsanto cambierà il nome … che i veri Santi ci aiutino!

Maura Sacher


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